Il Ricatto

racconti erotici incesto

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Figon Member

    Group
    Fan
    Posts
    5,152

    Status
    Offline
    Erano alcuni giorni che vedevo mio figlio depresso ma quando mi confesso il motivo rimasi basita
    a scuola subiva degli atti di bullismo da parte di alcuni suoi compagni di classe , questo la diceva lunga sulla sua natura, Carletto aveva 18 anni non era riuscito ancora a diplomarsi ed essendo il più grande della sua classe avrebbe dovuto quanto meno farsi rispettare ed invece eccolo a subire molestie da dei ragazzini più piccoli di lui
    mi sentivo in colpa ,forse lo avevo cresciuto con un amore troppo morboso e questo aveva influito per farlo diventare uno smidollato ma, non avrei permesso che dei coglioncelli facessero gli stronzi con lui
    Quando però gli dissi che mi sarei occupata della cosa e che sarei andata direttamente dal preside a parlarne, lui mi supplico di non farlo.
    La sua situazione in classe già era difficile e ci mancava solo che fosse accusato di essere una spia, provai a farlo ragionare ma, lui disperato mi disse che ci avrebbe pensato lui a far smettere i suoi aguzzini dal tormentarlo
    Qualche giorno dopo mi chiese se poteva parlarmi, mi raccontò che aveva raggiunto un compromesso con i suoi bulli, a quanto pare mi avevano visto ad una recente riunione docente familiari e non si erano risparmiati sui “complimenti” così in cambio di un paio delle mie mutandine loro avrebbero smesso di farlo oggetto dei loro scherzi
    All’inizio mi arrabbiai moltissimo, ma lui mi convinse in qualche modo che era un piccolo sacrificio ,che avrebbe potuto prendere la mia biancheria di nascosto e assecondare la richiesta ma, che aveva preferito essere onesto con me e chiedermelo direttamente.
    Immaginai che quello fosse il suo modo di mostrarsi responsabile e per quanto rimanevo convinta che quella fosse la via piu sbagliata da seguire ,non mi sentii pronta ad abbandonare mio figlio, gli dissi che ci avrei dovuto pensare.
    Quella notte non riuscii a chiudere occhio ma, la mattina dopo quando lo vidi a colazione ,ancora piu depresso, decisi, andai in camera mia, presi il primo paio di slip dal cassetto, le misi in borsa e tornai da lui.
    In auto davanti scuola, pioveva a dirotto e avevo dovuto accompagnarlo, vinsi l’imbarazzo e gliele diedi.
    Carlo era sorpreso le prese ,era un perizoma nero molto semplice, notai subito la strana luce nei suoi occhi, mi ringrazio ma pareva non soddisfatto, disse che dovevano essere usate Quello era un problema visto che di certo non andavo in giro con un paio di mutandine usate in borsetta, lui mi fece notare che quelle che avevo indosso potevano andare benissimo e che inoltre non le cambiavo da ieri, ed era vero anche se restava il mistero di come lui potesse saperlo.
    Mi disse che quella mattina dopo aver fatto la doccia, aveva messo la sua biancheria sporca nel cesto e l'aveva trovato vuoto.
    In effetti non avendo dormito, mi ero alzata troppo tardi per fare la doccia e cambiarmi, gli chiesi se non ci fosse un'altra soluzione, ma lui scosse la testa erano gia un paio di giorni che cercava di evitare i suoi bulli ma, quel giorno durante l’ora di ginnastica se li sarebbe trovati davanti e senza quello che avevano chiesto per lui sarebbe andata a finire molto male.
    Guardai la scuola di mio figlio, se non c’era altra soluzione dovevo fare un piccolo sacrificio, sollevai il sedere infilai le mani sotto l’orlo della mini che indossava e sfilai via le mutandine e gliele porsi
    Carlo mi ringraziò ma, doveva verificare una che sembrassero sul serio usate ,non feci in tempo a capire cosa volesse dire che li davanti a me lo vidi portarsi i miei slip sul viso e annusarli, un sorriso compiaciuto si allargo sul suo viso.
    Senza parole, non potei far altro che sentirlo ringraziarmi e vederlo andar via ,solo quando mi ripresi dallo shock realizzai che si era portato via anche l’altro paio così, dovetti andare a lavoro senza mutandine ,indossando una minigonna che non solo era gia corta di suo, ma era fatto di un tessuto stretch che ne riduceva le dimensione ad ogni passo, sarebbe stato inevitabile che quella mattina volente o no ,in ufficio, in un ufficio dove ero l’unica donna, avrei finito per dare spettacolo.
    Tornai a casa verso le 19, l’ano mi doleva ancora dopo che due colleghi accortisi del fatto che non indossavo l’intimo, preso come un invito ,mentre eravamo nel magazzino della cancelleria mi chiesero, come altre volte, di dar loro un pò di sollievo.
    Sperai che la mia bocca li avrebbe soddisfatti ma, non fu così, anche dopo essersi svuotati ,mi chiesero molto di più, In piedi davanti agli scaffali pieni di faldoni ,a turno in base all’anzianità di servizio , visto che entrambi erano privi di preservativi ,fatto che escludeva un rapporto tradizionale, ero nel periodo più fertile del mese, dovetti ricorrere a una pratica che non usavo spesso, mi sodomizzarono.
    Corsi in bagno e feci la doccia, finito andai in cucina, Carlo stava preparando la cena, un paio di spinacine e del purè, da quando suo padre ci aveva lasciato aveva sempre cercato di contribuire in casa,
    Con indossa soltanto la vestaglietta corta e nient’altro lo abbracciai da dietro, lui cercò di liberarsi ma gli resi le cose molto difficili, quando riuscii a farlo, allontanandomi con le braccia divenne rosso come un peperone.
    Mi teneva per le spalle e i suoi occhi sgranati puntavano in basso verso di me, la vestaglietta si era aperta ed attraverso i lembi di seta e cotone il mio corpo si mostrava completamente nudo.
    Non era certo la prima volta che mi vedeva in quelle condizioni, ho sempre avuto uno scarso senso del pudore e a casa nostra non c'era mai stata molta privacy, vivevamo in un appartamento di 30mq condividendo una camera da letto e fino a qualche tempo fa condividevamo anche il letto.
    Cercando di trarlo dall’imbarazzo, gli chiesi come era andata a scuole mi scostai da lui e richiusi la vestaglia, Carletto ci mise un pò a riprendersi e mi rispose che era andata bene ,prima di rimettersi a cucinare.
    Più tardi in salotto, ci rilassammo sul divano a guardare la TV, c’era il Trono di Spade, non gli chiesi nulla della storia della mutandine, decisi di aspettare che fosse lui ad affrontare l’argomento.
    LA TV mi ha sempre annoiata ed ero stravolta dalla giornata fin troppo piena di emozioni forse complice anche un bicchiere di vino di troppo, come avevo fatto altre volte , mi rannichiai vicino a lui, poggiai la testa sul suo addome e mi appisolai.
    Non so quanto tempo fosse passato al mio risveglio ero da sola, la vestaglia aperta, i capezzoli mi dolevano e in bocca sentii l'inconfondibile sapore dello sperma , forse parte di quello che avevo ingoiato quella mattina dai miei colleghi in ufficio era risalito, non ci feci troppo caso andai in bagno a lavarmi i denti e poi dritta a letto.
    Passo una settimana, tutto sembrava tranquillo, ma una sera tornata da lavoro trovai mio figlio con di nuovo la stessa patetica espressione sul viso, i suoi aguzzini volevano un altro contributo.
    Gli dissi subito che non avrei ceduto un altro paio delle mie mutandine, lui mi disse che volevano ben altro, volevano una foto della mia passerina e che se mi fossi rifiutata avrebbero mostrato a tutti le mie mutandine dicendo che Carlo era un depravato che rubava l’intimo della sua mamma.
    Non avevo scelta, gli dissi di darmi il suo smartphone, andai in bagno e dopo qualche minuto tornai da lui con ciò che mi aveva chiesto.
    Carletto la guardò con attenzione e non pareva soddisfatto, c’erano state delle precise istruzioni, avrei dovuto indossare un intimo sofisticato, calze, regicalze e slip , nel tentativo di portarli dalla sua parte si era vantato che indossavo spesso quel tipo di biancheria
    In camera da letto fui sorpresa nel realizzare quanto chiare fossere le sue idee su cosa avrei dovuto indossare e su quale posa avrei dovuto fare
    Ero stesa sul mio letto con indosso solo la lingerie che aveva scelto per me, le mani sul viso per l'imbarazzo mentre lui stava tra le mie gambe fotografando la mia intimità, rizzai la schiena quando sentii un suo dito accarezzare il cavallo delle mie mutandine direttamente sul solco della mia povera fica, mi disse che se le mie mutandine fossero state bagnate l’immagine sarebbe stata piu credibile, provai a fermarlo a dirgli che forse era troppo, lui mi rispose che se non riuscivo a bagnarmi poteva aiutarmi lui e sanza darmi il tempo di rispondergli mi ritrovai la sua bocca incollata come una ventosa al mio monte di venere.
    So che una persona normale non avrebbe accettato quella situazione, eppure qualcosa dentro di me. un fuoco che mi divorava da dentro , mi ricordò che nemmeno 16 anni prima quello stesso ragazzo era rimasto incollato ai miei capezzoli che gonfi e generosi elargivano il nutrimento e che da quella figa che ,una volta eliminato l’ostacolo degli slip , stava divorando ne era uscito.
    Cosi, anche se con la voce lo imploravo di fermarsi, le mie viscere ribollivano ,il sangue fluiva veloce fino alle tempie, pompato da un cuore impazzito e le mie mani anziché allontanarlo lo tenevano fermo sopra il mio inguine.
    Venni tra gli spasmi , direttamente sulla sua lingua famelica riempiendogli la bocca del mio miele, come appena venuto al mondo gli avevo riempito quella stessa bocca con il latte sgorgato dalla mia mammelle, venni piu e piu volte.
    Ancora scossa tremante sperando che quel piacere tardasse a sparire ,lo viddi sollevarsi leccandosi le labbra, nei suoi occhi bruciava una passione ardente, quello non era più mio figlio era un uomo che sapeva come darmi piacere.
    Prese il suo premio, la foto della mia fica ancora pulsante ,gonfia dilatata e fradicia di umori, mi ringraziò sostenendo che gli stavo salvando la vita ma, che aveva bisogno del mio aiuto per dar sollievo alla sua pena.
    Me lo ritrovai nudo dalla cinta in giu a cavalcioni sopra il mio torace, vincolata sotto il peso del suo corpo, le braccia bloccate sotto le sue gambe ,arsa da un desiderio che mai avevo conosciuto prima e il suo uccello davanti ai miei occhi, uccello che avevo visto altre volte nella quotidianità priva di pudore della nostra piccola casa ma, mai cosi da vicino.
    Era lo stesso eppure totalmente diverso, poggiato tra l’incavo dei miei seni prosperosi ,i miei capezzoli erano irti pompati dal sangue e dall’eccitazione, appena coperti sotto il pizzo e il tulle del mio reggiseno.
    Le mani di Carlo, si posarono al lati del mio seno stringendo contro la sua erezione, con movimento pelvico il suo glande umettato e gonfio appariva e spariva ,i minuti che seguirono mi parvero interminabili, il ritmo crebbe finché il meato al centro del suo fungo carnoso si riempi di madreperla ed eruttò il suo seme denso e rovente su di me con un abbondanza a cui poche volte nella mia esperienza di donna ero stata testimone, tra i seni, sul collo, in pieno viso, sulle labbra della mia bocca carnosa ,tutto era ricoperto del suo sperma.
     
    .
0 replies since 13/12/2023, 10:38   366 views
  Share  
.
Top