Mirna e Gastone

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    Mirna esce trafelata dalla doccia, deve immediatamente vestirsi ed uscire per la cena aziendale. Il suo boss, patito per gli animali da compagnia, ha organizzato per stasera un incontro con i dipendenti che ne hanno uno, invitandoli a portarlo con loro.
    Mirna quasi inciampa in Gastone, il suo cane lupo, un cucciolone di tre anni vivace e allegro. Un giocherellone che ama farsi accarezzare a pancia in su e dormire ai piedi del letto. E’ sia un ottimo custode della casa, qualsiasi rumore lo pone in allerta con orecchie tese e sguardo fisso, sia un discreto buongustaio, visto che non disprezza praticamente alcun cibo. Il nome deriva dal fatto che quando era cucciolo, appena arrivato a casa, in giardino aveva preso in bocca un quadrifoglio. Il fiore, simbolo della fortuna, è stato quindi ispiratore per chiamarlo come il cugino superfortunato del povero Paperino.
    “Oh dai Gastone, togliti, per un pelo non mi fai cascare”, l’altro la guarda con gli occhi e la testa bassa, quasi per scusarsi. “Devo sbrigarmi che siamo in ritardo, ti ho lavato e preparato, ma devo farlo anch’io, cucciolo, porta pazienza”.
    Armeggia nell’armadio alla ricerca di un vestito adatto, ma nella confusione del momento gli attaccapanni cadono con gli abiti sul fondo, al che Miran, imprecando, si deve accucciare per andare a riprenderli.
    La sua albicocca depilata si presenta in tutta la sua bellezza ed è profumata soavemente dal bagnoschiuma alla vaniglia. Gastone attratto dall’odore le si avvicina da dietro cominciando a leccarle le chiappe e il buchetto del culo.
    “Mmm..no dai Gastone non adesso, ho fretta…”, ma il cane continua imperterrito fino a infilarle la lingua nella passera. Le leccate veloci e ampie eccitano la padrona che è avvezza a riceverne spesso, quando il fidanzato convivente è fuori casa.
    “Mmm, dai Gastone così mi ecciti..mmmm..continua dai…” lo istiga ponendosi a quatto zampe e divaricando meglio le gambe in modo che l’altro si muova meglio nel pertugio.
    “Mmm, vuoi scoparmi vero, porcello, leccami bene che si bagna tutta…mmm…si, dai che mi tocco anche…mmm. .adesso scopami…”, così dicendo prende due calzini e glieli infila nelle zampe anteriori, dopodiché comincia a segarlo delicatamente. Inizialmente il cazzetto stenta ad uscire e ingrandirsi, poi con cura e calma il movimento aumenta, fino a fargli avere l’erezione corretta.
    “Te lo succhio un po' dai”. Lo prende in bocca delicatamente ed inizia a spompinarlo come si deve. Gastone ansima con la lingua fuori ma si lascia fare. Il suo cazzo comincia a gocciolare mentre la fica in fiamme di Mirna, che nel frattempo si sta masturbando, emana e cola umori.
    Il cane ha voglia di montarla, il salto su di lei è eloquente, al che si gira e lo accompagna fino a che non la penetra. Si muove veloce dentro e fuori e comincia a godere nella passera della padrona, che eccitata si gode l’orgasmo urlando di piacere.
    Appena finito è costretta a spostarlo bruscamente, mentre la sborra di Gastone le scende dalla fessura lungo le gambe per andare a farsi il bidè e truccarsi.
    “Mamma mia che porco di un cane che sei Gastone, ogni volta così, dovrò prima o poi dirglielo anche a Massimo sai, che non mi fa godere quanto te”. Lo accarezza amorevolmente sul muso e la schiena.
    Escono entrambi e si dirigono all’appuntamento, giunti al ristorante ci sono almeno una dozzina di colleghi con ogni sorta di animale: conigli, cani, criceti, topolini, gatti, addirittura un pappagallo. Il suo capo ha un bellissimo pitbull nero e Mirna pensa a quanto sarebbe bello farsi fottere da quella nobile bestia. Al solo pensiero le si bagna di nuovo la fica, arrossisce e cerca di distrarsi.
    La sua minigonna fa sì che sotto il tavolo Gastone ogni tanto vada ad annusarle la ghianda leccandole le mutandine fradicie. Lei tenta di tenerlo a bada, ma il sapore di femmina è intenso per l’animale e fa fatica a contenersi.
    Durante una pausa della cena, fa sgranchire le gambe ad entrambi. Gastone, liberato dal guinzaglio, scorrazza nell’ampio giardino, andando ad annusare qua e là, per poi fermarsi a pisciare su alcuni alberi. Mirna ha così la possibilità di scambiare due parole con Ettore, il suo capo. Lo ringrazia per la magnifica idea e serata mentre accarezza Attila, il suo pitbull. Si inginocchia facendolo salire sulle cosce e poi lo massaggia ovunque, sfiorandogli anche il pene e le palle. Un brivido la pervade, quindi decide di alzarsi imbarazzata.
    I due animali ora si annusano davanti e dietro, ma senza ringhiarsi, anzi scodinzolando e giocando tra loro, sono molto buffi a vederli rincorrersi. Pare vi sia una buona intesa. I padroni sorridono e decidono che sarà il caso di farli incontrare ancora, a Mirna non pare vero, potrebbe essere l’occasione di farsi fottere anche dal pitbull…
     
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