Alan e il suo cane

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    Questo racconto e basato su un fatto realmente accaduto al sottoscritto molti anni fa, in una tiepida giornata primaverile. Da premettere che io amo gli animali, e ne ho sempre denunciato i maltrattamenti, quindi questa esperienza che ho vissuto in prima persona, non ha nulla a che fare con i maltrattamenti degli animali, ma e stata invece un tentativo di favorire una monta da parte dell'animale stesso.

    Si dice sempre che gli animali sono di ottima compagnia per le persone, e alcune volte possono essere anche di compagnia molto intima. Ho conosciuto un'uomo sui Cinquantacinque anni di nome Alan, italiano ma di padre inglese. Alan ed io, ci siamo conosciuti tramite amicizie in comune, frequentavo parecchi uomini maturi con cui avevo rapporti, e conobbi Alan, durante uno di queste frequentazioni. Fui presentata ad Alan proprio da uno di questi uomini, e ci innamorammo al primo sguardo. Alan era scapolo, un bell'uomo di mezza eta' ancora piacente, brizzolato, ben tenuto, leggermente abbronzato, niente barba ne baffi, un fisico glabro come il mio, un bel cazzo lungo e grosso che terminava in una gonfia e turgida cappella rosa a fungo.

    Non solo era bello e gentile, ma sapeva essere maiale sempre con eleganza e mai troppo fuori dalle righe, non capivo come un'uomo della sua misura potesse essere ancora singolo, senza che molte donne trovassero in lui, l'uomo perfetto. Il mistero della sua liberta' sentimentale venne scoperto da me al momento che feci la sua conoscenza, e l'uomo si dichiaro' apertamente gay. Anche cosi' restava un mistero come mai nessuno se lo fosse preso, era un'uomo davvero perfetto per ogni esigenza. Alan aveva un bel cane che adorava e aveva addestrato sin da piccolo, un pastore tedesco chiamato Obby, strano nome da dare ad un cane, ma del resto si danno dei nomi cosi' assurdi agli animali che non ci feci nemmeno caso. Piacevo ad Obby tanto quanto al suo padrone, che mi riempiva di complimenti e di baci ad ogni incontro. Obby invece, non la finiva mai di leccarmi le mani, e di aggrapparsi alle mie gambe per tentare di montarmi. Era nel periodo del calore mi disse Alan.
    Non trovai nulla di strano, anzi, provavo dei brividi su tutto il corpo, quando Obby si aggrappava alla mia gamba e mimava l'atto si scoparmi. Alan vedendo l'espressione del mio visetto, se la rideva e mi punzecchiava spesso con battutine ironiche sul fatto che pure i cani volevano montarmi. Un pomeriggio Alan passnado a trovarmi, al tempo vivevo gia solo, mi chiese il favore di tenergli il cane, doveva sbrigare degli affari fuori citta' mi disse, e non potendo lasciarlo solo nell'appartamento, e non conoscendo altri di cui si fidasse, chiese a me di accudirlo fino al suo ritorno tra qualche giorno. Sapendo che amavo gli animali, l'uomo non fece problemi ad affidarmelo e a darmi tutte le istruzioni del caso per portarlo fuori o dargli il cibo ad orari prestabiliti. Mi disse soltanto di stare attenta al fatto che Obby fosse in calore, e magari potesse dar fastidio a qualche altro cane.

    Obby era un cagnone tranquillo, abbaiava di rado ed era un coccolone. Passai quindi l'intera giornata insieme al grosso cagnone, che non mi mollava un secondo, se mi alzavo per fare i miei bisogni al bagno, mi seguiva pure li', se andavo a truccarmi o a bere dell'acqua mi seguiva con la lingua penzoloni. Era di una simpatia unica, e lo accarezzavo spesso, ogni volta l'animale per ringraziarmi cercava di montarmi la gamba. E ogni volta succedeva, riecco i soliti brividi di piacere che mi facevano fremere tutto il corpo. Ero combattuta, avevo da ore una strana idea in testa, ma temevo di realizzarla, non avevo mai avuto in vita mia rapporti con animali, lo ritenevo inopportuno e contro natura, pero' quell'idea malsana mi tormentava parecchio, e dovetti lottare contro la mia troiaggine per non cedere al desiderio di farmi montare dal grosso cagnone.

    Piu tempo passavo col cane, piu mi frullava in testa questa insana voglia, tanto che alla fine dovetti cedere. All'ennesima monta sulla gamba di Obby, tentai un'impresa azzardata, mi denudai e condussi il cane in camera da letto con me, mi piazzai sul lettone matrimoniale dove dormivo, feci salire Obby e mi misi sdraiata con i capelli scostati da un lato, il viso affondato nel guanciale del mio cuscino, a gambe divaricate, cercando di spronare l'animale a montarmi. Non sapevo se lo avesse fatto, ma solo la sua vicinanza, mi aveva procurato un erezione istantanea.

    Il cane mi annusava da ogni parte, e il contatto con il suo naso bagnato sulla mia pelle mi stuzzicava piu che mai, alla fine cercai di agevolarlo, dato non si decideva, lo invitai a montarmi chiamandolo e indicandogli il mio culetto ben allargato. Alzai un il bacino spostandomi verso di lui con il culo e le gambe larghe, il cazzo mi stava scoppiando era durissimo, ma non venni. L'animale che era certo intelligente, finalmente capii, e cerco' di salirmi in groppa. Cercai ancora una volta di agevolarlo con una mano, spingendolo sopra di me, ma non riusciva a montarmi, scivolando sul mio culo. Cosa fare? Mi risdraiai nuovamente con il viso affondato sul mio cuscino, e lasciai che il cane mi salisse sul culo, poi con una manina da sottto, attenta a non dargli fastidio, cercai di prendergli il cazzo e introdurlo io stessa dentro me. Temevo di irritarlo e che potesse mordermi, ma non lo fece, dopo qualche tentativo capii che non si approdava a nulla, avevo paura l'animale si stancasse e rinunciasse. Avevo in pugno il suo cazzo che dall'apparenza sembrava anche bello lungo, si parla sempre di un colosso di cane, non di un barboncino.

    Ero quasi sul punto di rinunciare alzarmi e rivestirmi, quando fu Obby a salirmi sulla schiena e a quel punto d'istinto, senza fare gesti bruschi, ho spinto indietro le chiappe facendo scivolare il cazzo del cane poco alla volta dentro me. Sentire il cazzo dell'animale introdursi dentro fu un momento davvero estasiante, chiusi gli occhi e mi lasciai andare ad un gemito di piacere, mentre il cane ora spinse facendo entrare del tutto il suo bel cazzo in me. Iniziai a muovermi a piccoli scatti con il bacino avanti e indietro, favorendogli la monta, e lasciai che il piacere mi avvolgesse del tutto. Non so ancora oggi descrivere a parole tutte le emozioni che provavo in quegli istanti meravigliosi.

    Mai avevo provato una sensazione del genere, e di cazzi di uomini ne avevo gia' presi molti dentro, ma quello di un cane mai prima d'ora, e fu una cosa a dir poco meravigliosa. Adesso capisco perche' molte donne cercano i rapporti con gli animali, sara' anche contro natura, ma da un piacere diverso e unico nel suo genere. Mi scostai dal viso i lughissimi capelli che il cane ogni tanto mi tirava spostandosi sopra la mia schiena, e cercavo di non farmeli strappare, ansimavo incitando il cane a soddisfarsi, sembrava che le mie parole sussurrate tra sospiri e gemiti di piacere, fossero davvero comprese dall'animale, che poveretto cercava di mettercela tutta. Squillo' il cellulare, esitai a rispondere, avevo gia' il fiato corto tremavo tutta dal desiderio e fare una conversazione al telefono in quelle condizioni, era abbastanza proibitivo, ma risposi in un modo o nell'altro.

    Era Alan, voleva sapere come stesse il suo cagnone e se mi avesse dato problemi, gli confermai che era un cane eccezzionale, e che me ne stavo prendendo cura completamente. Alan sentendomi col fiato corto e con la voce tremolante, chiese se stessi bene, inventai la scusa che avevo fatto le scale di corsa perche' ero scesa un'attimo e avendo sentito il telefonino, ero corsa in casa, da li il mio fiatone. L'uomo dovette abboccare, perche' mi ringrazio' nuovamente e riaggancio' la chiamata. Ci lasciammo dopo pochi minuti di conversazione, e tornai a godere con il cane ancora dentro al mio culo.

    Le unghie del grosso cane ogni tanto mi graffiavano la schiena dove si era aggrappato del tutto, ma resistetti e non lo allontanai affatto. Ero decisa a farlo montare fino alla fine ormai che c'ero. Scostai nuovamente i lunghi capelli da un lato con il viso affondato nel cuscino, sospirando e gemendo di piacere. Squillo' una seconda volta il cellulare, e mi domandai se proprio quel giorno, tutti mi dovevano cercare. Mi chiesi chi fosse a rompere in un momento cosi' bello, manco a farlo apposta, era mia madre, da male in peggio.Come avevo fatto poco prima con l'uomo, anche con mia madre, tentai di essere abbastanza evasiva e tenere una conversazione tranquilla per quanto potessi, parlare al telefono mentre un grosso cane ti sta inculando mica e cosa semplice sapete.

    Mia madre che ormai conosceva bene le mie abitudini da puttana, mi sgamo' al volo, e volle sapere con quale maiale stavolta mi stavo intrattenendo. Cercai di spiegarle meglio che potevo, che ero sola, non c'era nessun uomo. Le avessi detto che mi stavo facendo montare da un cane, non so quante ne ne avrebbe tirate dietro, meglio sorvolare e tentare di negare l'evidente piacere che stavo provando.

    Non so come feci, ma riuscii a convincerla che questa volta ero sola, non so se ci credette o meno, ma chiudemmo la telefonata abbastanza in fretta, avevo paura che il cane infastidito dal telefono, potesse interrompere la monta, e questo non doveva assolutamente accadere. Non so per quanto tempo mi monto', gli animali hanno una durata diversa dagli esseri umani in fatto sessuale, possono continuare per ore intere se presi bene. Obby continuo' a montarmi a lungo, ed io iniziavo a cedere al dolore non tanto nel culo, ma piu' perche' stavo da troppo tempo ferma in quella posizione con lui sopra, che non era certo un peso piuma. iniziai a lamentarmi del suo peso eccessivo e pregai smettesse, ma ovviamente il cane non si fermo' affatto.

    Dopo non so quanti tentativi di rialzarmi falliti, il cane mi schiacciava giu' ad ogni mio tentativo, come per farmi capire che - hai voluto che ti montassi? adesso stai li finche' ho finito. Avevo gambe e braccia addormentate il busto e la schiena doloranti, solo il mio culetto era ancora voglioso di cazzo e se la godeva aperto da Obby. Il tempo passava veloce, era ormai tardo pomeriggio quando finalmente il cane venne dentro me, iniziai a sentire degli spruzzi che presumo fossero di sperma, riempirmi la pancia e allagarmi il culetto ormai ridotto ad uno straccio. Mi feci ingravidare dal cagnolone gemendo e godendomi quegli ultimi istanti della monta. Una volta svuotato, Obby si stacco' da me, con un salto all'indietro, lasciandomi libera finalmente di sollevarmi dal letto con le poche forze rimaste e con dolori allucinanti sulla schiena.
    Ci misi un po' per mettermi seduta a gambe incrociate, gli arti addormentati dalla troppa immobilita' non risposero subito e dovetti aspettare che la circolazione, tornasse regolare tra braccia e gambe prima di potermi rimettere in piedi, mentre Obby felice come una pasqua, abbaiava e scodinzolava avanti e indietro tra corridoio e camera da letto della casa. Mi fiondai appena possibile in bagno per ripulirmi, notando alla specchiera che avevo dei vistosi graffi rossi sulla schiena ma non sanguinavano. Tutto sommato avevo soddisfatto una voglia ma ne avevo anche pagato il prezzo. Prima che Alan tornasse a riprendersi il cane, feci fare ad Obby altre monte nei giorni seguenti, e trovai un sistema piu' leggero di farmi montare, senza che subissi ogni volta la tortura delle sue unghie e del suo peso. E ho potuto cosi' godermi altre volte il suo bel cazzo senza problemi fino al ritorno del suo padrone, a cui non dissi mai nulla. Probabilmente conoscendolo non mi avrebbe cazziata anzi, si sarebbe pure eccitato all'idea di vedermi montata dal suo cane, ma preferii non rivelargli nulla. Era un segreto che condivisi solo con il suo cagnolone Obby.
     
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