Sandrino

racconti erotici gay shota

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    Figon Member

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    Questa è una storia assolutamente vera, anche se per ovvi motivi i nomi sono di fantasia.

    “Non ci posso credere, non è possibile ! Non credo ai miei occhi !” . Una voce dietro di me mi distrasse dalla lettura del giornale che avevo tra le mani in un bar del centro.
    “Sei proprio tu, Roby, non mi riconosci, amo…amico mio”.
    Mi voltai e guardai l’uomo che si stava rivolgendo a me. Rimasi un po’ in silenzio, poi lo riconobbi ed il mio viso si illuminò. “Sandrino, sei proprio tu ! Ma come sei cambiato ! Alto, …bello, elegante; mi ricordo che da ragazzo sei sempre stato diverso da tutti noi, ma così …non so come definirti, non lo avrei mai immaginato”. Poi alzandomi ed avvicinandomi a lui gli dissi . “Quanto tempo è che non ci vediamo, almeno vent’anni!!” . Sandrino non sorrideva più quando mi disse :
    “ Sono esattamente 20 anni e 4 mesi da quando partisti dal paese….senza nemmeno salutarmi….”
    Io rimasi un po’ imbarazzato e poi : “Mio padre ci avvertì solo due giorni prima che saremmo dovuti partire perché aveva trovato lavoro in città – continuai – Non ebbi il coraggio di dirti che partivo; sapevo che sarebbe stato troppo triste per noi”. “ Ma noi eravamo troppo uniti, come hai fatto a non dirmelo, stavamo sempre insieme, per due anni siamo stati inseparabili….mi desti un grande dolore. Quando una settimana dopo la tua partenza mi scrivesti, spiegandomi il motivo, entrai in uno stato depressivo che per poco non rovinò la mia vita anche se avevo solo 15 anni, poi perdemmo i contatti”. Comunque – aggiunse, cambiando espressione ed abbracciandomi sorridendo – ora dobbiamo stare un po’ insieme per parlare dei tempi trascorsi. Ma, dimmi, dove abiti ?”
    “Abito circa 30 km da qui. Ho un appuntamento domattina presto in Regione per faccende di lavoro; sono Ingegnere dell’Ufficio Tecnico del Comune ed ho bisogno di alcuni permessi. Stasera non torno a casa, quindi ho preso una stanza all’Hotel Ariston”
    “Benissimo – disse Sandrino – è l’occasione giusta per stare insieme. Prima di tutto cancella la prenotazione all’Hotel, perché stasera dormirai a casa mia , no,…no… non discuterne nemmeno… ho deciso !! – si rivolse a me vedendo che non volevo accettare “ Sono cambiate tante cose in questi anni e ne parleremo a cena nel prosieguo della serata. Ho una casa molto grande e non ho alcuna difficoltà ad ospitarti. Debbo però andare ad un appuntamento importante, ti lascio a casa mia e nel giro di un paio d’ore torno”. Detto questo si alzò e mi chiese se avessi l’auto lì vicino. Gli dissi che ero venuto in treno per non avere problemi di parcheggio. “Meglio – mi disse – vieni con me”. Mi prese sottobraccio e uscimmo dal bar. Arrivammo ad un parcheggio sotterraneo, prendemmo la sua macchina, una lussuosa Lexus e ci dirigemmo in una zona molto signorile. Ci fermammo infine davanti ad una bella villa immersa nel verde con prati ben curati pieni di fiori.
    “E’ tua ?”- gli chiesi sbalordito davanti a quella meraviglia. “Si – mi rispose – ti dirò tutto stasera. Una cosa, però, quando ti rivolgi a me in presenza di altre persone ti prego di chiamarmi Alex, è il mio nome conosciuto nel settore in cui lavoro. In casa ho alcune persone di servizio, un cuoco, sua moglie che accudisce alle faccende di casa, ed un giardiniere. I primi abitano nella dependance, mentre il vecchio Egisto viene solo la mattina, per aver cura del giardino.
    Mi introdusse in casa, mi presento ai suoi dipendenti e se ne andò non prima di avermi detto che potevo fare quello che volevo. “Fai un bagno in piscina se ne hai voglia” – mi disse - torno presto”.
    Non avevo voglia di fare niente, allora mi sdraiai su una comoda poltrona a bordo piscina e col pensiero ritornai a quando eravamo ragazzi nel piccolo paese dove eravamo nati.
    Eravamo un numeroso gruppo di ragazzi, ma io, quindicenne, ero l’unico che studiava alle Superiori, gli altri o avevano smesso o faticosamente cercavano di finire le medie. Tra questi c’era anche Sandrino, allora tredicenne. Tutti lo chiamavano così perché era delicato e non si comportava da “maschiaccio” come tutti noi. A quel tempo avevamo preso l’abitudine di farsi le seghe tutti insieme e fra tante risate ci misuravamo la lunghezza del nostro uccello. Devo dire che Sandrino nonostante il suo fisico esile e la minore età era ben fornito e ce l’aveva grosso e lungo.
    Io e Sandrino abitavamo nello stesso condominio e sua madre, vedova, amica di mia madre, mi aveva chiesto di aiutarlo a fare i compiti e a studiare perché io ero molto bravo a scuola, e lei era fuori a lavorare. Così eravamo sempre assieme o a studiare o a giocare e Cesarone il ragazzo più grande talvolta ci prendeva in giro “Come siete carini ! sembrate due fidanzatini”.
    Un giorno d’estate, all’inizio delle vacanze, Cesarone ci riunì tutti insieme e ci disse :” Ragazzi la prossima settimana ho fissato con Giovannona la puttana, per scopare. Io ci vado, chi vuol venire con me lo può fare, per 10€ si fa scopare”. E ridendo concluse:” Chi non viene è un finocchio”. Arrivò il famoso giorno e tanti di noi ragazzi ci riunimmo per andare a scopare Giovanna la puttana, che stava in una casa in campagna appena fuori paese; io avevo preso parte dei miei risparmi e quando seppi che Sandrino non aveva soldi gli dissi che glieli avrei prestati io. Vidi che era a disagio, ma lo convinsi dicendogli: “ Se non vieni chissà cosa penseranno”. “Dirò che non ho soldi” – mi disse Sandrino, ma io lo convinsi ad accettare per evitare che gli altri lo prendessero in giro.
    Mi ricordo che fu una terribile giornata. Giovanna ci ricevette uno ad uno in una vecchia capanna dove teneva polli e galline; per primo entrò Cesarone e poi mano a mano tutti gli altri; dal di fuori si sentiva la donna che incitava tutti con commenti sconci. “Dai forza muoviti…non lo sento nemmeno… sborrami dentro godi…ah…sei venuto?” E dopo un po’ scostava la tenda e completamente nuda, con il seno enorme, cascante : “ Avanti un altro” – diceva. Quando arrivò il mio turno entrai tutto tremante e vidi Giovanna completamente sdraiata con le cosce aperte e la fica spalancata gocciolante di sperma. Con uno straccio se la pulì e mi invitò a sdraiarmi sopra di lei. “Fattelo rizzare e scopami guarda che bella fica tutta per te. E’ la prima volta vero? Vieni che ti faccio diventare un uomo”. Nel capanno c’era un puzzo di merda di gallina che mi fece quasi vomitare perciò esitai e mi ritrassi. “Non farai mica come alcuni dei tuoi amici di prima, che non ce l’hanno fatta a scopare eh? – mi disse – perché io i soldi li voglio lo stesso”. Ciò detto mi prese il cazzo moscio, se lo mise in bocca e iniziò a succhiarmelo e a segarmi finchè non diventò un pò più duro. Una volta cresciuto se lo introdusse nella fica e mi invitò a scopare. Io chiusi gli occhi e aiutandomi con la mano riuscii a sborrare, trattenendo a malapena un urto di vomito che mi salì in gola e che Giovanna scambiò per un rantolo di piacere. “Hai sborrato maiale eh ? bravo mi hai fatto godere - mentì – ti è piaciuto ? Ce ne sono più ? ”. Io le detti i soldi, uscii e senza farmi vedere dagli altri portai via Sandrino che aspettava fuori tremando come una foglia.
    Arrivammo a casa, ci salutammo senza parlare. Il giorno seguente mia madre era uscita presto per lavorare ed io, seminudo, sdraiato sul letto, stavo pensando a quanto successo il giorno precedente. Ad un tratto sentii Sandrino entrare in casa, venne in camera mia, e disse :” E’ stato veramente brutto eh ? Meno male mi hai portato via , stai certo che non mi succederà più. Che schifo!!!“
    Mentre parlava si avvicinò a me e mi disse:“Con me sarà molto più bello, vedrai”. Poi cominciò a carezzarmi una gamba salendo lentamente verso l’alto. Io, rimasi interdetto, ma lo lasciai fare, allora lui arrivato all’inguine, mi tirò fuori il cazzo dalle mutande che mi diventò subito duro. “Cosa stai facendo ? – gli chiesi “. Lui, senza parlare continuò a carezzarmi, poi mi disse:” Ti sei accorto che a me non piacciono le donne, vero ? Io sono innamorato di te. Voglio tu sia il primo a prendermi e vedrai sarà più bello che con quella schifosa di Giovanna”. Detto questo si calò i pantaloncini, si tolse le mutande e si mise accanto a me voltando la schiena. Il suo bianco culetto vergine era proprio davanti al mio cazzo che era diventato duro come il marmo. Con le mani allargò le sue chiappe e con voce sommessa mi incitò: “ Mettilo dentro, ma ti prego sii delicato è la prima volta lo sai !!!” Io, eccitatissimo avvicinai il mio cazzo al suo culo e delicatamente lo spinsi all’interno. “Aspetta – mi disse. Andò in bagno e ritornò dopo poco con il buco del culo tutto insaponato. Dapprima la penetrazione fu un po’ difficoltosa, poi una volta entrato incominciai a spingere sempre più forte . Il godimento era eccezionale, il primo senso di sgomento iniziale lasciò il posto ad una libidine sempre maggiore. Mentre lo scopavo sempre più velocemente vidi che il suo cazzo si stava gonfiando ed era quasi buffo vedere un ragazzo così esile avere un cazzo più grosso del mio nonostante la sua giovane età. Mentre stavo per arrivare all’orgasmo, vidi Sandrino segarsi sempre più velocemente e quando gli sborrai nel culo gemendo di piacere, anche lui sborrò copiosamente. “E’ stato bello – mi disse Sandrino – Anche per te ? dimmelo ti prego “.
    Io stetti alcuni istanti in silenzio poi gli dissi “E’ stato bellissimo, ne ho ancora voglia”. Detto ciò lo misi a pancia in giù e gli rimisi il cazzo in culo incominciando a chiavarlo con un impeto ancora maggiore. Non sapevo cosa mi stesse succedendo, ma l’eccitazione aveva preso il sopravvento ed io pensavo solo a soddisfare me stesso cercando di dimenticare il bruttissimo episodio con Giovanna.
    In poco tempo arrivai al mio secondo orgasmo e gli sborrai ancora una volta nel culo. “Mi hai fatto male” – mi disse Sandrino con voce rotta dal pianto - “ ma non importa ti voglio troppo bene”. Solo allora mi accorsi delle lacrime che gli rigavano il volto, causate dalla mia irruenza sul suo giovane culo vergine. Allora imbarazzato gli dissi: “Perdonami ti prego mi sono fatto troppo prendere dalla libidine”. E lo baciai delicatamente sulle labbra. Non dimenticherò mai la sua faccia. Mi guardò con una espressione piena di amore, ricambiò il mio bacio rimanendo sempre abbracciato forte a me e poi mi sussurrò “Sei l’uomo della mia vita, io ti amerò per sempre!!!”.
    Da quel momento tutti i giorni lui mi spingeva a prenderlo, ed io lo facevo sempre con maggiore soddisfazione. Incularlo era diventato una droga e lo facevamo spesso anche più di una volta al giorno. Anch’io spesso lo soddisfacevo facendogli una sega alla fine del nostro rapporto, e vedevo che provava piacere a sborrarmi addosso. Una volta, però dopo che avevamo finito l’ennesima scopata, lui mi guardò negli occhi e mi disse:” Mi piacerebbe prenderti e sverginarti come hai fatto con me”. Io lo guardai un po’ imbarazzato e gli risposi: “ A me non piacciono gli uomini…. mi piaci solo tu. A me piacciono le donne … e te, ma se è per farti piacere se vuoi, lo farò, ma ricordati lo faccio solo per te e sicuramente non lo farò mai più con altri uomini”. “Quando sarai pronto sarai tu a chiedermelo” – replicò Sandrino. E quella volta arrivò. Ormai la nostra relazione si era arricchita di altri modi per provocarci piacere. Sandrino aveva imparato a farmi dei pompini meravigliosi, e ingoiava sempre la sborra al momento dell’orgasmo. Anch’io su sua richiesta iniziai a spompinarlo invece di segarlo, ma una volta mentre avevo il suo cazzo in bocca, prima di arrivare all’orgasmo mi fissò negli occhi e mi disse :” Ti voglio, ti prego fatti inculare”. Io rimasi interdetto, ma sapevo che prima o poi me lo avrebbe chiesto e per fargli piacere, mi girai mostrandogli il mio culo vergine. Sandrino sembrava impazzito, mi leccò il culo con la saliva piena del residuo di sborra che aveva in bocca per il precedente pompino che mi aveva fatto e lentamente mi infilò un dito dentro il culo il cui interno era diventato molto scivoloso. “Sarò delicato te lo prometto….ma ti voglio, ti voglio con tutto me stesso”.
    Il suo cazzo era durissimo, ma Sandrino delicatamente lo appoggiò al mio sfintere, mi allargò le chiappe e lo infilò sempre più all’interno del culo. Poi cominciò a scoparmi lentamente ma sempre più a fondo. Mi sentivo completamente riempito, perché come avevo già accennato il suo cazzo era molto più grande del mio e anomalo per la sua età. Io lo avevo preso in bocca spesso, ma sentirmelo nel culo mi provocò all’inizio un po’ di dolore, ma lui era molto delicato e spingeva lentamente come se volesse assaporare in pieno tutto il piacere che provava mentre mi inculava. Il suo movimento era lento ma infilava sempre più in profondità il cazzo nel culo, cosicché anch’io incominciai a provare una sorta di piacere. Ho già detto che nel nostro rapporto a me piaceva essere attivo e infatti era la prima volta che mi facevo possedere. Ciò nonostante incominciava a piacermi, Sandrino se ne accorse e incominciò a baciarmi sul collo e a cercare la mia bocca, poi improvvisamente dette alcuni colpi più forti e mi sborrò nel culo una enorme quantità di sperma gemendo di piacere. Mi leccò il culo pieno di sborra ed infilò la sua lingua nella mia bocca. “Ora siamo veramente uniti per sempre” mi sussurrò smettendo di baciarmi e mi guardò intensamente. Vidi per la prima volta nei suoi occhi tutto l’amore che provava per me e fui contento di essermi fatto possedere.
    Dopo quel giorno, continuammo a frequentarci sempre con le stesse modalità , io attivo e lui che si faceva inculare. Ci facevamo seghe e pompini reciproci, ma lui non mi chiese più di possedermi, quella era stata l’unica volta.
    Poi un giorno mio padre ci disse che saremmo dovuti partire perché aveva trovato lavoro in una città distante dal nostro paese, e che il trasferimento doveva essere immediato.
    Io non ne feci parola con Sandrino perché sapevo che sarebbe stato tristissimo per ambedue. Continuammo a vederci e a fare l’amore come sempre,e quando venne il giorno, vigliaccamente me ne andai senza nemmeno salutarlo. In seguito gli scrissi una lettera scusandomi ed esprimendo tutta la mia tristezza. Da quel momento non ci sentimmo più.
    Mentre ero assorto nei miei pensieri lo sentii arrivare con la sua auto.
     
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