Scoprendo il sesso - la zia

racconti erotici incesto

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    Figon Member

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    Erano passate ormai un paio di settimana da quella volta. Con mia zia e mio cugino ci eravamo visti forse 2 o 3 volte ma in maniera molto veloce e in presenza di altri componenti della famiglia. Certo è che quelle immagini incestuose difficilmente potevo togliermele dalla testa, il pensiero andava sempre lì soprattutto quando rimanevo solo.
    Ma come detto precedentemente il meglio doveva ancora arrivare.
    Mia zia era una sarta, lavorava in casa. Molto brava nel suo lavoro, chiaramente quando faceva dei piccoli lavoretti a me o anche ai miei genitori rifiutava categoricamente il denaro.
    Un pomeriggio mia madre nonché sua sorella mi disse che era riuscita ad ultimare dei lavori così potevo portarle un pantalone che avevo comprato ma aveva la necessità di essere ristretto, lavoro da nulla per mia zia che sarebbe stata in grado di provvedere abilmente.
    Erano le 15.00, suonai il campanello
    - Zia sono io, ti ho portato il pantalone -
    Mi accolse molto calorosamente abbracciandomi e baciandomi sulla guancia, sapeva del mio arrivo. Si era truccata e aveva messo una vestaglia bianca semi trasparente che non le avevo mai visto prima.
    Rimasi chiaramente a bocca aperta, la veste era scollata, reggiseno nero in pizzo, mutanda brasiliana nera. Che dire? Una vera goduria per gli occhi.
    Le domandai
    - zia dove sono gli altri? -
    - be Giovanni è andato in Università, probabilmente resterà a dormire da un amico lì perche devono preparare un esame imminente. Tua cugina è dal fidanzato, probabilmente anche lei sta fuori tutto il giorno e rimarrà a dormire da lui-
    Non fece in tempo a finire quando mio zio uscì fuori dalla camera e baciando calorosamente la zia si diresse verso l’uscita di casa recandosi a lavoro.
    - buon lavoro zio! - gli augurai
    - Grazie Gianluca -
    - torni tardi oggi?- Lo interrogó zia,
    - Si oggi non rientro prima di mezzanotte, ho il turno pomeridiano e stacco tardi -
    Effettivamente zio lavorava ad un’ora di macchina di distanza quindi era solito tornare a quell’ora.

    Rimanemmo soli io e la zia.
    Non smettevo di fissarle le tette. Mentre parlavamo probabilmente lo notó ma non fece nulla per coprirle anzi.
    - ci facciamo un buon caffè adesso, e poi andiamo a prendere le misure a questo pantalone - mi disse
    - va bene zia!- risposi
    - ho anche un gelato se vuoi, io lo mangio. Ho solo cornetti, vanno bene? -
    Rifiutai l’offerta.
    Dopo il caffè lei iniziò a degustarsi il suo gelato, lo leccava intensamente e in me riaffioravano quei pensieri incestuosi che ho sempre fatto su di lei. Lei esacerbava il tutto sporcandosi volontariamente le labbra e leccandosele successivamente.
    Dopo tutto questo il mio cazzo iniziò a pulsare, ce l’avevo duro ma non ancora al 100%.

    - adesso andiamo nello studio che proviamo questi pantaloni -

    Ci recammo nel suo studio, abbassai i pantaloni e una protuberanza spuntava dai miei boxer aderenti.
    Non feci altro che notare lei che arrossì in volto ma ricompondensi subito dopo mi ordinó di indossarli.
    Cosi feci.
    Mi fece salire su una sedia cosi da facilitare l’inserimento delle puntine al pantalone per prendere correttamente le misure.
    La guardavo dall’alto in basso, le fissavo le tette e chiaramente nella mia mente fantasticavo di come potesse essere un suo pompino.
    - Gianluca ma ci senti? Vanno bene cosi?? -
    Forse era la terza volta che mi chiamava ma ero focalizzato su di lei e sulle sue tette
    - c,c,cosa zia? -
    - la misura -
    - ah si si, benissimo così grazie -
    Sorrise, si morse il labbro e finì il lavoro.
    - puoi togliere i pantaloni e darli a me cosi inizio -
    Obbedii.
    Avevo ancora il cazzo in tiro ma lei si voltò e si piego davanti a me per prendere un ago caduto.
    Il suo culo puntato sul cazzo mi fece impazzire.
    Palesemente stava giocando con suo nipote e questa cosa mi faceva letteralmente impazzire.

    - adesso mi fai compagnia però, devo fare il tuo pantalone e due camice ed ho finito -
    - Ma certo zia, sono qui con te anche fino al ritorno dello zio se vuoi -
    Lei sorrise ed iniziò a lavorare.
    Parlammo del più e del meno, mi fece le solite domande su fidanzate, università, sulla mia volontà di iniziare la facoltà di fisioterapia e balle varie.
    Non smettevo di fissarla, era uno spettacolo per gli occhi seppur l’età avanzava, una donna attraente che poteva dare tanto.
    Chissa lo zio come si divertiva.
    Dopo un’oretta abbondante, le mancava una sola camicia.
    C’era tanto caldo essendo luglio
    - adesso devo fare una pausa altrimenti lavoro male, sto sudando, vieni con me in cucina?
    - certo zia -
    Si sedette su una sedia ma al contrario, si mise di fronte al tavolo e mi diede le spalle.
    - Caro gianluca, questo lavoro mette a dura prova la mia schiena adesso dovrò testare la qualità del mio futuro nipote fisioterapista - ridendo e prendendosi gioco di me
    - ma zia, cosa devo fare?
    - un massaggio! Cosi inizi a fare pratica -
    - ma zia, il fisioterapista non fa solo massaggi, si dedica alla riabilitazione e tanto altro -
    - uuu quante storie, fai un bel massaggio alla tua zia, sono tutta indolenzita-
    In quel momento abbassó le spalline e scopri tutta la schiena
    C’era solo il reggiseno
    Mi venne duro nuovamente.
    - va bene zia, ci proverò-
    Iniziai massaggiando le spalle, mi diressi verso le braccia andando giù con la schiena. Il tutto per una decina di minuti abbondanti. Lei sembrava ansimasse
    - come va ?- chiesi
    - zitto e continua - rispose
    - a questo punto se devo essere professionale meglio andare sul letto almeno siamo più comodi entrambi. -
    Balzó dalla sedia.
    Ci pensó, mi guardó in maniera molto maliziosa ma acconsentì senza dirmi nulla.
    Andammo in camera, accese una piccola lucina, le persiane erano chiuse per non disperdere aria fresca del condizionatore.
    Vicino al letto c’era una crema idratante, usai quella.
    Si mise in posizione prona e senza dire nulla iniziai il massaggio.
    Fu strano perché in quel breve tragitto cucina-camera non parlammo assolutamente. Io ormai ero fuori di me.
    Lei aveva tolto anche la vestaglia ed era rimasta in reggiseno e mutande.
    Osai.
    Le slacciai il reggiseno, lei non si oppose anzi inarcó il busto per tirarlo via completamente.
    Era una situazione anormale e super eccitante.
    Osai ancora di più.
    Mi misi a cavalcioni su di lei avendo cura di non sedermi sulle sue gambe e tolsi via la maglietta giustificando l’atto con un - mamma mia che caldo!-
    Lei era muta, non parlava ed io continuai. Questa volta andai sulle gambe sfiorando il suo culo tondeggiante. Ero in estasi, non sapevo quello che stavo facendo. Continuai per un’altra decina di minuti ma più passava il tempo più le sue chiappe erano diventate un qualcosa da impastare.
    Lei ancora silenziosa, ansimava di tanto in tanto ma aveva un mezzo ghigno sorridente. Lo intravidi perché cambiava posiziona al viso girandolo continuamente a destra e poi a sinistra. Si rilassava ma al tempo stesso sentivo una tensione sessuale da parte sua.
    Io ero fuori di me, mi misi ancora a cavalcioni ma questa volta mi stesi un po’ su di lei facendole sentire la presenza andando su e giù molto lentamente. Subito dopo quel contatto parlò:
    - Caro nipotino, sei bravissimo con queste mani ma mi è parso di vedere qualche settimana fa che ci sai fare anche con la bocca, vi ho visti sai quando vi scambiavate favori reciproci con Giovanni -
    Impietrii.
    Avevo quel dubbio di essere stati scoperti che era stato appena fugato.
    - ma stai tranquillo- continuó - a questa età è normale scoprire la propria sessualità, e ti dirò di più: è eccitante riscoprirlo anche alla mia di età-
    Si voltò, avevo la zia di fronte a me. Con il suo seno prosperoso, capezzoli turgidi perfetti.
    Non riuscii a proferire parola.
    Si avvicinò e mi baciò, prima sulla guancia e poi sulle labbra.
    Iniziammo a scambiarci i sapori con le nostre lingue.
    Io ormai ero completamente in trans, inizammo a toccarci a vicenda, le tolsi le mutande ed aveva la figa umida con pochi peli.
    La masturbai, ansimava sempre di più. Gliela leccai, aveva un ottimo sapore, ebbe un orgasmo.
    - mio dio, non pensavo potessi essere tanto bravo da farmi venire in cosi poco tempo -
    Non dava il minimo senso di rimorso, si stava scopando il nipote e sembrava che fosse tutto normale.
    A dire il vero varie volte ho avuto la sensazione che aveva tutto preparato alla perfezione.
    Me lo prese in bocca e inizio a pompare
    - adesso tocca alla zia far rilassare il nipotino - mi disse
    Il mio cazzo spariva completamente nella sua bocca, era fenomenale. Non avevo mai ricevuto un pompino così, e soprattutto da mia zia!
    Non volevo venire subito, la misi a pecora e iniziai a scoparla molto forte. Dovetti fermarmi varie volte perché l’orgasmo era dietro l’angolo. Lei lo percepiva e giocava molto su questo.
    Si mise su di me, potevo ammirare le sue tette enormi, le ciucciai per circa cinque minuti senza staccarmi e mi cavalcava come un toro.
    Non ce la facevo più, dovevo venire.
    Le presi violentemente il viso e iniziai a ripomparla in bocca, non mancò molto, la inondai completamente.
    Le venni in bocca, sul viso e sulle tette, lei ebbe cura di raccogliere tutto ingoiando con piacere i miei sapori.
    - sei un grandissimo porco - mi disse mentre ingoiava
    - e tu una grandissima troia - risposi-
    - questo sarà il nostro segreto, mi raccomando-
    - zia, certo! Però devo chiedertelo, cos’hai provato quando hai visto me e Giovanni fare quelle cose li?
    - sicuramente stupore ma al tempo stesso mi è piaciuto assistere seppur per poco, non ti nego che so benissimo quello che avete fatto dopo ma devi sapere che anche la zia…. -
    - ti sei masturbata? -
    - No, sono andata dallo zio e l’ho scopato come un’assatanata, ero
    molto arrapata -
    - sei una porcona!-
    - lo so! -

    Si rivestì e andò nello studio poiché doveva finire il suo lavoro come se nulla fosse
    Io tornai a casa con il pantalone nuovo e le palle più vuote
    Grazie zia
     
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