Vita di un professore porcello

racconti erotici incesto

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    È una giornata come tante. Mi sveglio nel mio letto matrimoniale da solo come al solito, nudo e col cazzo duro, ma non mi sego subito perché so che più tardi in giornata mi divertirò molto di più. Esco dal letto e con i miei ventitré centimetri svettanti di carne vado ad aprire l’armadio per scegliere cosa mettermi al lavoro. Apro il cassetto dell’intimo e scelgo il mio miglior perizoma striminzito che fatica a contenere il mio membro, ma d’altronde è così per tutte le mie mutande. Prendo poi un bel paio di pantaloni aderenti blu che mi metteranno in risalto pacco e culo come piace a me e una camicia, sempre blu e sempre aderente, per evidenziare i miei pettorali.

    Sono quasi le sette. Con in braccio i vestiti vado a svegliare mio figlio Samuel. Dorme con la porta aperta e vedo subito che il suo bel culetto sodo non è coperto dalle lenzuola. Decido di palparglielo per bene e dargli qualche schiaffetto.
    “Mhh buongiorno pa’” fa lui ancora assonnato, ma si sveglia subito quando vede il mio bel cazzone.
    “Buongiorno” gli faccio io. Samuel si siede sul letto e fa per prendermi il cazzo in bocca, ma io mi allontano.
    “Non provarci nemmeno. Potrai averlo solo se l’interrogazione di oggi va bene” gli dico.
    “Come sai che oggi mi interrogano?” mi chiede confuso.
    “Guarda che ci parlo con i tuoi professori. Sono miei colleghi”

    Faccio il professore nella stessa scuola di Samuel, ma non insegno alla sua classe, per fortuna. Lo vedo tutti i giorni a casa, vederlo anche al lavoro sarebbe un po’ troppo. Sono uno dei professori preferiti della scuola, per una serie di motivi. Mi chiamo Diego, ho 38 anni e sono un alto 1,85 metri e ho un fisico abbastanza muscoloso con spalle larghe e vita stretta. La mia famiglia viene dal Sud America, quindi ho pelle scura e capelli neri che tendo a tenere corti quasi rasati e un bel cazzo grosso e lungo. Mio figlio Samuel ha anche lui pelle scura, ha un bel fisico, ma un po’ meno muscoloso rispetto al mio ed è anche un pochino più basso di me. Il suo cazzo è quasi grosso come il mio. Condividiamo i piaceri del sesso da quando l’ho beccato a segarsi mentre io mi svestivo in bagno ormai un anno fa.

    Sono in cucina a farmi il caffè, ancora nudo. Samuel arriva nudo anche lui, ha il cazzo moscio, ma è comunque bello lungo.
    “Oggi ti metti le mutandine di pizzo e quella gonnellina trasparente” gli dico io. Decido sempre io quale intimo mettere e se metterlo
    “Ma pa’ oggi ho ginnastica” si lamenta lui
    “Ok facciamo pure finta che tu non abbia già mostrato cazzo e culo a tutti i ragazzi della tua classe” dico io con tono di sfida. Lui sbuffa e alza gli occhi al cielo, ma sa che è la verità.

    Mi vesto e tutti i vestiti mi stanno attaccati al corpo come piace a me. Arriviamo a scuola e io entro subito in aula insegnanti dove trovo già Marta, che insegna italiano e storia a Samuel. È sempre vestita provocante, oggi ha una camicetta di seta rosso scura, pantaloni neri aderenti e nessun reggiseno, dato che vedo i suoi capezzoli risaltare sul tessuto della camicia.
    “Oggi interrogo” mi annuncia
    “Lo so” dico io annoiato, visto che ogni giorno interroga e ogni giorno lo annuncia a tutti gli insegnati

    La campanella suona e vado in classe. La prima ora è una scocciatura per tutti, ma io so come sollevare gli umori. Arrivo in classe e saluto tutti e come ogni giorno mi sento un gran numero di sguardi su di me. Forse e dico forse la mie scelte di vestiario sono un po’ influenzate da come reagiranno i miei studenti. Mi siedo, faccio l’appello e subito mi alzo per iniziare la lezione scrivendo qualcosa alla lavagna. Mentre scrivo sento la stoffa dei pantaloni infilarsi un pochino tra le natiche sode e sorrido beffardo mentre do la schiena alla classe, sapendo che qualcuno ignorerà ciò che sto scrivendo per fissarmi il culo. E infatti appena mi giro, noto che un paio di loro è come si svegliassero da un’ipnosi e e si affrettano a scrivere sul quaderno. La classe è composta sia da ragazze che da ragazzi e io punto alle attenzioni di entrambi.

    Ma non si parla di me in questo racconto. Il focus è sull’interrogazione di mio figlio e sul suo risultato. Samuel torna spesso a casa prima di me e oggi non fa eccezione. Quando arrivo a casa sono ormai le cinque e lo trovo nudo, sul divano e col cazzo già in tiro. Mi fa vedere il cellulare già aperto sul registro elettronico. C’è un otto sulla data di oggi
    “Bene bene. Allora puoi farmi quasi tutto quello che vuoi” gli dico e mi siedo sul divano. Lui non si fa attendere e va subito a togliermi i pantaloni e la camicia, lasciandomi solo col perizoma stretto. Prontamente lo sposta e si infila subito in bocca il mio cazzo barzotto che si indurisce subito e gli riempie le bocca. Il mio membro è quasi troppo grande per la sua bocca, ma Samuel si impegna per succhiarlo per bene. Si concentra sulla mia grossa cappella con la lingua mentre con una mano mi sega e con l’altra mi massaggia le palle piene di sborra. Mentre succhia con passione sento che le sue dita iniziano a farsi spazio giù nel mio buchino. Oggi glielo lascio fare, dato che il mio culo può averlo solo a Natale e compleanno. Infila due dita che amplificano il godimento della pompa che mi sta facendo.
    “Pa’ sdraiati facciamo un 69” mi dice. Io obbedisco e inizio a succhiargli il cazzo, mentre lui continua a pompare sopra di me. Smetto quasi subito di succhiarli il cazzo per concentrarmi sul suo culetto, che noto essere pieno di sperma. Faccio due più due di quello che potrebbe essere successo oggi e procedo a penetrarlo con la lingua per prepararlo alla penetrazione. Unisco un paio di dita alla mia lingua, che scivolano dentro come se fosse burro, data la grande quantità di cazzi che mio figlio ha preso, non solo il mio. Smetto di preparargli il culo e lo prendo di forza in braccio e gli infilo il cazzo a tradimento. Samuel caccia un urlo, ma io lo faccio smettere infilandogli la lingua in bocca. Lo so che gli piace essere tenuto in braccio, perché mi stringe forte mentre i gli stantuffo il culo come se fossi una vaporiera. Poi mi stanco, esco e sempre tenendolo in braccio, lo porto in camera mia e lo lancio sul letto. Lo giro sulla pancia e gli salgo sopra, rinfilandomi di nuovo tra le sue chiappe strette e giovani di mio figlio.
    Mi infilo con forza e lui lancia un urlo strozzato, ma io gli metto due dita in bocca e inizio a scoparlo forte più di prima con le palle che si scontrano con il suo culo producendo un suono ritmato. Rallento il ritmo e cambio strategia e sfilo ed infilo il cazzo lentamente fino alle palle e poi di nuovo fuori. Ogni volta che arrivo fino in fondo Samuel lancia un gemito di godimento. Ricomincio a fotterlo forte come prima e di venirgli in culo e scaricarmi il cazzo dentro di lui, come immagino abbiano fatto anche i suoi compagni di classe. Vengo dentro il suo culo, con sette o otto schizzi di sborra calda e poi mi siedo sul letto, abbraccio Samuel da dietro e inizio a segarlo per far venire anche lui. Gli stimolo i capezzoli e gli lecco il collo, mentre lui ansima e viene anche lui.
     
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