Un amore infinito... da troia a troia...

racconti erotici vita vissuta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1.  
    .
    Avatar

    Figon Member

    Group
    Fan
    Posts
    5,143

    Status
    Offline
    Mi sono fatta sbattere tutto il pomeriggio amore.
    Mi sono fatta sborrare dentro pensando a te che mi aspetti a casa. Due volte in fica e una in culo. E ho goduto il doppio quando lui mi ha detto "toh, prendi troia, porta a casa a quel cornuto di tuo marito".
    Ora sono in macchina e sgocciolo dai buchi sul sedile mentre torno da te che mi aspetti. Spero che tu abbia molta sete e il cazzo ben duro perché dopo avermi ripulita x bene in culo e in fica voglio il tuo cazzo, da bravo marito....
    Questo pensavo mentre mi dirigevo verso casa. Ti avevo avvertito, sapevi che non avrei resistito. Sapevi che la tua gelosia, la tua umiliazione, la tua possessività e la tua eccitazione causata da tutto questo scatenavano in me un torbido desiderio di soddisfarti.
    Il cazzo mi è sempre piaciuto, ma di più la conquista e la resa di chi, invano, cerca di avermi. Perché si, io scopo con gli uomini, ma appartengo solo a te. E loro questo lo sanno, con un misto di rabbia, di invidia e di gelosia che scatena in loro una voglia insaziabile, di possedere me e ti umiliare te. Ma di fatto, sanno, che io e te siamo una cosa sola, che condividiamo tutto ciò che proviamo e che loro sono solo pedine di questo nostro gioco.
    Ti ho mandato delle foto, mentre scopavo, quelle foto che mi hai chiesto. Lui con in cazzo infilato nel mio culo, o appoggiato sul mio viso.
    Io che ti faccio il segno delle corna ad ogni penetrazione. Ogni gesto, ogni azione, non sono altro che un momento condiviso di mio piacere e di tua sofferenza, che si trasforma in un piacere ben più grande.
    Volevo chiamarti mentre venivo, mentre il porco mi faceva schizzare in piedi nella doccia per non inondargli casa, ma tremavo dal piacere e non ero in grado di tenere il telefono in mano. Ma so che la cosa ti avrebbe eccitato, e ancor di più avrebbe eccitato il mio amante che mi avrebbe fatta godere con maggior rabbia e desiderio.
    Pazienza, sarà per la prossima volta. Ancora adesso mi sento molle per il piacere che ho vissuto questo pomeriggio.
    Attendo che le gambe si rinsaldino mentre schiaccio i pedali dell’auto, perché se il mio corpo trema, il mio desiderio di te brucia anche più di prima.
    Non so come ti troverò, arrivando a casa. So che sarai furioso eppure terribilmente eccitato. Non so se ti butterai ai miei piedi pronto a pulirmi o se costringerai me ad inginocchiarmi per succhiarti il cazzo gocciolante.
    Spero di trovarti in qualche posa oscena, mentre ti masturbi il cazzo, o il culo, con qualcuno dei nostri giochini infilati dentro. Spero di entrare in casa e sentire i tuoi gemiti, mentre ti procuri piacere sulle foto che ti ho mandato, ma soprattutto, desidero perdermi nel tuo sguardo, qualunque esso sia… nei tuoi occhi meravigliosi io mi perdo ogni volta.
    Arrivata a casa, parcheggio la macchina. Scendo con le gambe ancora un poco instabili. Tremo, al pensiero di te e di come ti troverò.
    Infilo tremante le chiavi nella toppa di casa e giro. Apro la porta lentamente, la casa è immersa nell’oscurità oramai. Avanzo lentamente verso il corridoio. Non vi è una luce accesa, se non quella della camera…
    E mi fermo. In attesa di sentire i gemiti che tanto ho immaginato. Ma invece, sento delle voci. Voci suadenti di uomini che parlano fra loro, si confidano, si confessano.
    La curiosità è più forte della gelosia che mi attanaglia il cuore e con un balzo spalanco la porta socchiusa e mi precipito dentro.
    Tu sei lì, nudo sul letto che ti tieni il cazzo duro in mano e lo seghi lentamente. Parli a telefono mentre lo fai e la cosa mi sconvolge, qualcuno dall’altra parte di quel telefono ti sta facendo godere…
    Resto sulla soglia, tra l’intimidito e il furioso. Non riesco a capire cosa succede ma tu mi guardi, con quei tuoi occhi dolci e vellutati. Li posi su di me come una carezza, come un caldo “bentornata”, e sussurri nel telefono “è arrivata”.
    Mi guardi con intenzione, con un’adorazione tale che raramente potrei trovare in un altro genere di uomo. Abbassi leggermente il telefono e ti rivolgi a me. “vieni, c’è qualcuno che ti vuole parlare”.
    La rabbia e la gelosia stanno scemando, la curiosità ha sempre avuto la meglio e quei tuoi occhi così teneri non fanno altro che stregarmi, giorno dopo giorno. Mi avvicino titubante e prendo il cellulare dalla tua mano. Ti sfioro le dita nel farlo e tu mi corrispondi. Un brivido mi passa sulla pelle mentre il tuo cazzo svetta sempre più duro nella tua mano.
    “pronto…?” mi rendo conto che la mia voce è un po' tremante, insicura nel desiderio che mi sta attraversando.
    Dall’altra parte risponde “ciao, tesoro… sono io. Ti confesso che il pomeriggio passato insieme non mi basta più. Tuo marito mi ha chiamato all’ora che avevamo concordato e ha voluto che gli raccontassi tutto in prima persona. Mi ha interrogato, intervistato sugli aspetti più luridi della nostra scopata. È stato morboso ma eccitante. Mi ha dato buoni spunti per il nostro prossimo incontro, mi ha detto che cosa ti piace e a che cosa non resisti. Mi ha fatto tornare nuovamente voglia di te, nonostante ti abbia già riempita tre volte quest’oggi.”
    Ascoltavo quella confessione sommessa, con un filo di turbamento che lentamente si trasformava in un’eccitazione bruciante. Mi sentivo mancare il respiro mentre il cuore accelerava i suoi battiti. E tu mi osservavi, con quello sguardo sornione, pieno di promesse indicibili.
    “ti amo”, articolavi con le labbra, mentre il mio amante, dall’altro capo del filo continuava…
    “tuo marito è un gran bel porco. Mi ha eccitato a tal punto che la prossima volta voglio che porti anche lui… deve guardare come gode sua moglie con il cazzo di un altro e deve ripulire questo cazzo che la profana. Voglio farmi pompare anche da lui, e tu guarderai come sa succhiare il cazzo mentre io ti farò schizzare sul suo viso gonfio di minchia…”
    Immaginavo la scena e mi sentivo bagnare. Inconsciamente portai la mano fra le cosce e mi ritrovai incollaticcia, dei miei umori e della sborra del pomeriggio. Mio marito si precipitò fra le mie cosce, in ginocchio da me intrufolò il viso fra le mie cosce e la sua lingua fu ovunque…
    Un lungo gemito mi scappò nella cornetta e il mio amante non se lo fece sfuggire.
    “ti sta facendo godere, il porco, eh?” me lo sussurrò con voce suadente, quasi invidiosa. Io non potei rispondere perché la lingua di mio marito mi toglieva la parola. Continuavo a gemere, sempre più forte, senza controllo e lui dall’altro lato del telefono iniziò ad ansimare.
    “sei una troia, tu e tuo marito lo siete entrambi…” si fermò… sentii il suo respiro affrettarsi… sapevo… sentivo….
    “avvicina la cornetta” sussurrai… “fammi sentire…”
    “troia…” gemette lui di rimando…
    A quel punto sentii distintamente il suono del suo cazzo segato, la prepotenza della stretta e dolce suono della nerchia masturbata…
    Gemetti…
    “…hai capito troia, cosa mi ha fatto tuo marito?... mi ha promesso un pompino paradisiaco se gli mostro come ti inculo, se lo lascio prepararmi al momento… so che mi succhierà così bene che appena infilato nel tuo culo sarò costretto a sborrare dopo due colpi….”
    “AAAHHHHH….” Urlai nel telefono… “porci, fatemi godere!!!” afferrai la testa di mio marito per i capelli, lo strappai dalla mia fica con prepotenza e lo guardai negli occhi. Bruciavamo entrambi e l’amore che leggevo nel suo sguardo velato mi sconvolgeva sempre di più. “apri la bocca…” sussurrai mentre mi guardava con adorazione…
    “si, riempigliela…” sentii sussurrare dall’altra parte del telefono.
    Il mio sputo fu più sonoro che potei. La saliva bianca colpì la lingua di mio marito, già umida di bianco sperma e di umori femminei. Lui mi sorrise dolcemente ed io, ormai persa, lo sbattei letteralmente sulla mia fica, per farmi leccare come non mai, per masturbarmi con la protuberanza del suo naso…
    “si… porco… ora gli piscio in bocca, al mio adorato marito e la prossima volta te la bevi anche tu, mentre lui ti succhia il cazzo, hai capito, frocio?!... ti facciamo un servizio come neppure te lo sogni… diventerai la nostra puttana, soddisferai tutti i nostri più perversi desideri…”
    “si… si…. Lo farò… lo farò mia troia…. MIE TROIE…. VENGOOO….!”
    L’urlo del mio amante dall’altro capo del telefono riempì la stanza, perfino mio marito lo sentì e questo lo spinse ad infilarmi due dita nella fica per masturbarmi con più vigore. Sapeva come fare, e con tutta quell’eccitazione, non ci volle molto che me ne venni sul suo viso con uno schizzo trasparente di squirt.
    “vengo… si… vengo pure io miei porci…” sussurravo al telefono fra il rabbioso e il lacrimoso.
    Il piacere fu così intenso che non riuscii più a controllare le miei emozioni. Crollai sul letto, lanciando sul cuscino il cellulare ancora aperto. Mio marito si avventò sulle mie cosce aperte e grondanti, bevve tutto mentre io ancora urlavo. E prima che potessi muovermi mi ritrovai con il suo cazzo piantato dentro, che affondava nel fiume di umori che mi sgorgava dal corpo. Aveva un cazzo enorme, che nulla aveva da invidiare agli amanti che avevo scelto, ma nella marea di liquidi scivolò dentro di me come un dito sottile penetrandomi di netto fino all’utero. Urlai.
    “si ti prego… vieni dentro… vieni dentro…” e così fece…
    Con indomabile furia, mi penetrò selvaggiamente, mentre mi aggrappavo senza remore alle sue spalle, graffiandolo con le unghie. Mi scavava dentro con la ferocia di chi ama oltre misura ed io lo istigavo a sbattermi più forte.
    “sfondami, sfonda quella troia di tua moglie, mandala dagli altri uomini con la forma del tuo cazzo scolpita nella figa… sfondala, questa troia, che è soltanto la tua….”
    A quel punto mi guardò dritta negli occhi, capii che stava per cedere. Gli presi il volto fra le mani e gli sussurrai fra le lacrime, lacrime di piacere, “ti amo” lui sorrise ed un attimo dopo il suo dolce viso si contorse in una smorfia. Dalla sua gola uscì un urlo di piacere come pochi uomini sanno emettere ed io mi sentii le viscere inondare da tutta la sua copiosa sborra, mentre le lacrime presero a rigarmi le guance senza più alcun pudore, commossa dalla profondità di questa unione.
    Crollò su di me. Senza più alcuna forza, solo la mano a carezzarmi i capelli, mentre il suo volto seppellito nella mia spalla.
    “ti amo, ti amo” lo sentivo sussurrare sulla mia pelle. Lo strinsi forte a me e voltandomi verso il cuscino mi resi conto che il cellulare era rimasto aperto, lì a pochi centimetri da noi.
    Lo afferrai e chiesi “sei ancora lì…?”
    “…si, non ho avuto la forza di chiudere, ho sentito tutto…”
    Sentivo il suo turbamento nella voce. Era qualcosa di più che eccitazione. Mio marito sollevò il viso dalla mia spalla e prese il cellulare.
    “ti è piaciuto lo spettacolo uditivo? La prossima volta ti vorremmo qui con noi…” lo disse guardandomi negli occhi e cercando la mia approvazione. Io annuii serenamente, mentre gli carezzavo una guancia.
    “non mancherò, e non avrò limiti. Mi presterò ai vostri desideri come meglio preferirete usarmi… “
    “bene… a presto, allora” e mio marito chiuse il telefono.
    Ci guardammo negli occhi per un secondo, mi asciugò le lacrime con le sue forti dita mentre io gli sorridevo. Si chinò a baciarmi ed io ricambiai il bacio.
    Non ci fermammo per un bel po'.
    In quel bacio c’erano mille parole, mille emozioni che non avremmo saputo spiegarci a voce, mille promesse, mille perversioni…. Un amore infinito….
     
    .
0 replies since 20/3/2019, 10:54   138 views
  Share  
.
Top