Sanmay Ved, il ragazzo che è stato proprietario di Google per un minuto!

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    Nel lontano 1977 i Pooh chiedevano disperatamente un solo minuto prima di accettare e “assorbire” la fine di una relazione sentimentale. Anche a Sanmay Ved sono bastati 60 secondi per realizzare quello che gli stava capitando. Peccato che per questo ragazzo indiano non ci siano stati altri minuti di gloria, ma uno soltanto. Di cosa stiamo parlando?

    Il giovane ha lavorato alle dipendenze di Amazon e quasi quattro anni fa è stato capace di acquistare uno dei domini web più popolari del mondo, quello di Google (per cui lavorava di tanto in tanto). Come è possibile che un semplice dipendente ci sia riuscito? La spiegazione è semplice e i costi dell’operazione sono stati davvero bassi.

    Ved si è assicurato la proprietà di Mountain View ad appena dodici euro l’anno. Il possesso del motore di ricerca, però, è durato pochissimo, per l’appunto un minuto. Come ha reagito Google a tutto questo? La storia è piuttosto ingarbugliata e buffa allo stesso tempo. Il ragazzo ha raccontato la sua incredibile (e anche invidiata) esperienza su LinkedIn. Sanmay è effettivamente un genio dell’informatica, però anche un sempliciotto si sarebbe accorto di quello che aveva notato lui.

    Navigando distrattamente sul servizio Google in cui si registrano i domini internet, infatti, si era accorto che quello del colosso americano era disponibile a un prezzo a dir poco modico. I 12 euro l’anno hanno ingolosito Ved che ha quindi deciso di completare l’acquisto per provare un brivido mai avvertito prima.


    All’inizio sembrava un errore del sistema, ma l’operazione è andata a buon fine e il costo è stato addebitato sulla carta di credito del ragazzo. Adesso si ride e si scherza, ma è meglio non immaginare cosa sarebbe avvenuto se l’acquirente fosse stato un individuo pericoloso e con propositi minacciosi. La proprietà di Google è durata un lunghissimo minuto in cui è successo di tutto.

    Il dipendente ha avuto la conferma dell’acquisto del dominio e un secondo dopo gli è arrivato un messaggio di posta elettronica in cui venivano riportate informazioni riservatissime su Google. Tra l’altro, Ved ha confessato di aver avuto la possibilità di sfruttare i controlli riservati al webmaster, una situazione che gli ha fatto provare una grande ansia per la responsabilità imprevista.


    Dopo altri 59 secondi è arrivata la mail di cancellazione dell’ordine, quindi il giovane ha perso per sempre il dominio. Si è parlato del classico “bug”, una falla del sistema che poteva costare carissima. Mountain View ha deciso di chiedere scusa al suo dipendente e gli ha anche offerto una ricompensa. I soldi non hanno però allettato il protagonista della memorabile vicenda che ha poi devoluto l’intera somma in beneficenza. A distanza di quasi quattro anni ci si è quasi dimenticati di Sanmay, ma cosa fa ora di preciso?

    Il nobile gesto è l’ultima notizia relativa a quello che è stato il proprietario del dominio di Google per un intero minuto. In seguito ha scelto di frequentare un master negli Stati Uniti e ha assicurato di non aver alcun interesse a sapere perché Google avesse perso il celebre “.com” che tutti conoscono. L’azienda non ha mai voluto commentare questo episodio e spera che con il tempo possa finire sempre più nel dimenticatoio.

    Di Ved si è parlato in vari modi, per molti è stato fortunato anche se per poco, altri lo hanno definito uno sprovveduto che non doveva nemmeno rendere pubblica la storia. Di solito la celebrità non dura più di quindici minuti (una frase spesso attribuita a Andy Warhol), ma a questo cervellone indiano ne sono serviti molti di meno per un ricordo probabilmente imperituro.

    Non è stata comunque una prima volta in assoluto. Qualche anno prima un altro colosso a stelle e strisce aveva fronteggiato una situazione simile.

    La vicenda appena raccontata risale al gennaio del 2015, mentre nel 2003 a rischiare fu Microsoft. La “creatura” di Bill Gates si ritrovò nei guai a causa di un anonimo cittadino che fu capace di acquistare il dominio inglese di Hotmail. Non sono mai stati resi noti i dati su questa persona, in grado di approfittare della pigrizia della società. In effetti, tutti si erano dimenticati di rinnovare il dominio stesso e l’individuo ne approfittò astutamente.

    In quel caso le maniere furono brusche. Google ha cancellato senza troppi fronzoli l’acquisto, diversamente da Microsoft che ha contattato il neo-proprietario, intimandogli di restituire l’ambita preda e mantenere il più stretto riserbo. Il precedente non ha insegnato molto se a distanza di dodici anni ci si è ritrovati in un caos identico.

    Dopo aver letto questi episodi guarderete di sicuro con meno sufficienza un semplice minuto che scorre sull’orologio.

     
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