Giovanni Papini - Viola (parafrasi, commento, forma metrica)

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    Seconda stella a destra e poi dritto fino al mattino.

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    GIOVANNI PAPINI - VIOLA




    Viola vestita di limpido giallo,
    che festa, che amore a un tratto scoprirti
    venire innanzi con grazia di ballo
    di tra i ginepri e l'odore dei mirti!

    La ricca estate si filtra e si dora
    sopra il tuo piccolo volto rotondo;
    ad ogni moto dell'iride mora
    bevi nel riso la gioia del mondo.



    Par che la terra rifatta stamani
    più generosa, più fresca di ieri
    voglia specchiarsi negli occhi silvani
    tuoi, risplendenti di casti pensieri.

    Al tuo venire volante s'allieta
    questo mio cuore e con Dio si rimpacia,
    l'arida bocca del padre poeta
    torna a pregare allor quando ti bacia.


    Parafrasi

    Viola = è la figlia del Poeta; limpido giallo = un colore così netto e scandito prepara un clima di ariosa euforia; che festa = che gioia; a un tratto scoprirti = vederti improvvisamente come per la prima volta; con grazia di ballo = con la grazia delle ballerine classiche.
    si filtra = si purifica – la luce dell’estate sembra diventare più limpida e più dorata sul viso della bambina (si dora dà una tonalità dorata, per il suo caldo splendore); ad ogni moto = ogni movimento degli occhi bruni (iride mora) di Viola; bevi nel riso = ridendo assapora tutta la gioia del mondo
    Par…pensieri = basta la presenza di una innocente bambina come Viola per far sparire l’egoismo e il male dalla terra la quale più generosa e più fresca può rispecchiarsi in quegli occhi (silvani: la cui purezza richiama la freschezza del bosco) puri e virginali.
    venire volante = sottolinea ancora, come prima con la grazia di ballo, del v.3, l’incedere leggero di Viola, che pare volare; si rimpacia = si riconcilia; arida = inaridita perché non sa più pregare; non conosce quell’acqua che sola, secondo il Vangelo, può togliere ogni sete.


    Commento: Questa lirica fu composta il 15 settembre 1924 e pubblicata in Pane e vino nel 1926 e nel 1932 in Poesia in versi. Il padre vede ad un tratto venirgli incontro nella splendente luce del mattino d’estate, la figlia diletta. L’apparizione è improvvisa e la commozione e la gioia sgorgono subitanee dal cuore del poeta che ringrazia Iddio di avergli concesso il dono della paternità.
    Forma metrica: quartine di versi endecasillabi risultanti dall’unione di un quinario con un senario. Schema: ABAB.
     
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