la vita era possbile su marte

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  1. pegaso991
     
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    l lago nel crater Gale

    Era simile al Trasimeno e alcuni laghi asiatici. Il rover Curiosity rivela che il bacino di Gale su Marte era una struttura non profonda e con acque praticamente immobili. "Esistono molti analoghi sulla Terra - spiega il geologo planetario Gian Gabriele Ori, direttore dela Scuola Internazionale di Scienze Planetarie (Irsps) dell'università di Pescara - di quello che era il lago di Gale. Servirebbero ancora molte altre informazioni per identificarlo pienamente, dipende dal tipo di rocce che Curiosity troverà lungo il percorso, ma si trattava comunque di un bacino non profondo, analogo al Trasimeno o a molti laghi asiatici, e con acque quasi immobili". Gli aspetti ancora da comprendere sono molti, come quelli relativi all'origine, probabilmente a causa di un impatto, l'eventuale presenza di fonti idrotermali dal sottosuolo e il 'mistero' del picco centrale.



    Il robot Curiosity

    Il robot si comporta come un geologo sul campo, quindi un lavoro lento. Il grande rover-laboratorio della Nasa è infatti dotato con i principali 'attrezzi' del mestiere, molto più che del biologo in cerca di vita, e il suo obiettivo era proprio quello di atterrare su depositi lacustri.



    La formazione della vita


    "Gli esperti che lavorano alla missione - osserva John Robert Brucato dell'Osservatorio di Arcetri dell'Istituto Nazionale di Astrofisica (Inaf) - ipotizzano che l'antico lago presente nel cratere dove è atterrato Curiosity, fosse in grado di ospitare microrganismi chemiolitoautotrofi, capaci cioè di ottenere da rocce e minerali l'energia della quale avevano bisogno per vivere".



    Batteri simili sulla Terra, per esempio, prosegue Brucato, vivono nella solfatara di Pozzuoli e una delle ipotesi sulle origini della vita prevede proprio che siano stati questi i primi microrganismi nati sul nostro pianeta. C'è anche chi immagina invece, continua l'esperto, che i primi microrganismi siano stati fotoautotrofi, ossia traevano dalla luce l'energia per vivere.



    "Non sappiamo come le prime forme di vita siano nate sulla Terra" sottolinea il chimico organico e biorganico Raffaele Saladino, dell'università della Tuscia, che da anni conduce esperimenti sull'origine della vita. In ogni caso, aggiunge, "la scoperta rafforza l'ipotesi che l'origine della vita sia associata alla presenza di acqua". Nelle rocce del cratere Gale, tra gli altri elementi trovati, spiega, sono state individuate tracce di acqua e carbonio, "due ingredienti importanti per la formazione della vita e anche se questa non è stata scoperta mostrano che lì era possibile che si formasse".



    Nelle rocce del cratere Gale, tra gli altri elementi trovati sono state individuate tracce di acqua e carbonio, "due ingredienti importanti per la formazione della vita e anche se questa non è stata scoperta i dati mostrano che lì era possibile che si formasse". Per il resto aggiunge, l'ipotesi dell'antica abitabilità del pianeta rosso e gli elementi individuati non sciolgono il grande dubbio su cosa si formi prima nelle cellule: "se l'apparato genetico o il metabolismo".



    Si immagina, spiega Brucato, che sulla Terra la vita sia nata in ambienti idrotermali oppure in presenza di pozzanghere perché negli oceani tutti gli ingredienti sarebbero stati troppo diluiti, oppure sulla superficie dei minerali. Vi sono anche ipotesi, secondo cui la vita sarebbe arrivata dallo spazio, oppure, conclude Brucato, che solo alcuni ingredienti siano arrivati da altre regioni del Sistema Solare, 'seminati' dai meteoriti o dalle comete. Secondo altre teorie i meteoriti, una volta caduti sulla Terra, potrebbero aver fatto da catalizzatori che avrebbero assemblato gli ingredienti fra loro dando origine agli elementi alla base delle cellule. 

    fonte: rainews
     
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