Il Decadentismo

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  1. Ichigo
     
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    IL DECADENTISMO
    Il decadentismo è un movimento culturale che si afferma in Europa tra il 1870-1880 e i primi anni del '900. A livello storico politico, coincide con la liquidazione dei grandi ideali che avevano caratterizzato l'ottocento e l'inizio di una fase di gravi tensioni e di forti squilibri internazionali. Nell'ultimo trentennio del 19° secolo l'affermazione della borghesia alla guida degli stati nazionali, l'unificazione della Germania e dell'Italia e il grandioso sviluppo industriale della maggior parte dei paesi europei ed extraeuropei, invece di dare vita ad un epoca di prosperità economica e di libertà politica, determinano una grande conflittualità sia nei rapporti tra le nazioni sia in quelli tra le classi sociali. Questi squilibri, che creano tensioni e conflitti destinati ad esplodere, nel giro di pochi anni, in una guerra mondiale, inducono la borghesia, che era stata l'anima delle rivoluzioni liberali ottocentesche, ad abbandonare i suoi ideali, i progetti e, in particolare, l'ipotesi positiva, che d'altra parte non poteva più coprire le contraddizioni interne ed internazionali dell'epoca. In sostituzioni a quegli ideali, la classe borghese prospetta i nuovi miti aggressivi del diritto alla violenza, della missione civilizzatrice dei paesi occidentali e della superiorità della razza bianca. Difronte a questa crisi generale, la reazione degli intellettuali e quella di uno sbandamento diffuso, di una incapacità di riconoscersi nella classe dominante, di un isolamento nella propria SOGGETTIVITÀ, di un rifiuto del presente attuato nell'evasione e nello straniamento. Successivamente, anche attraverso la mediazione di filosofia che privilegiano l'azione (Nietzsche), gli intellettuali maturano un atteggiamento volto a superare la mediocrità del presente con il ricorso all'azione violenta, in sintonia con i miti imperialistici. Sul piano più strettamente filosofico e scientifico, quest'epoca e contraddistinta dal rifiuto del Positivismo e dalla critica al suo semplicismo. Più in particolare, l'età del decadentismo è caratterizzata dal rifiuto della ragione come unico mezzo di conoscenza della realtà e dalla ricerca di nuovi strumenti di indagine. In questo periodo infatti la FISICA e la MATEMATICA tradizionali sono messe in crisi e profondamente rinnovate dalle ricerche di Albert Heinstein in quale, formulando la teoria della relatività, sconvolge i concetti tradizionali di tempo e di spazio; in medicina si diffondono i risultati delle ricerche del medico austriaco Sigmund Freud il quale, attraverso la sua psicanalisi, scopre gli strati più profondi della coscienza umana rivelandone problemi e conflitti; in filosofia si affermano il valore dell'intuizione come strumento di conoscenza e il culto del superuomo (Nietzsche), ideale di vita umana al di sopra della morale comune, capace di realizzare, al di la del bene o del male, i propri istinti e la propria volontà di azione e di potere. Il mito del superuomo, con il culto della violenza e della guerra a esso collegato, influisce pesantemente sulla cultura europea del periodo, preparando il terreno adatto all'ormai imminente primo conflitto mondiale. Sul piano culturale la letteratura e l'arte che si sviluppa in europa nell'ultimo ventennio del 19° secolo che riflettono le tensioni dell'epoca, sono immediatamente individuate e definite come la letteratura e l'arte della crisi o, anche, la letteratura e l'arte della decadenza. Il concetto e il nome stesso di decadenza e di decadentismo nascono in Francia negli anni 1870-1880 intorno alla rivista LE DECADENT e ad un gruppo di poeto definiti MALEDETTI o, appunto, DECADENTI, per il loro rifiuto di ogni convenzione e di ogni norma sia nella vita sia nella pratica artistica. Come movimento letterario, il decadentismo sostiene l'incapacità della ragione di spiegare esaurientemente la realtà e di risolverne i problemi.
    Caratteri fondamentali del decadentismo sono:
    1) il senso di crisi, di morte e di decadenza dei valori tradizionali;
    2) la ribellione, anche violenta, alle regole della società borghese;
    3) l'esaltazione dell'irrazionalità e della soggettività;
    4) l'esaltazione dell'arte, unico strumento, irrazionale e soggettivo, capace di avvicinare l'uomo al mistero dell'UNIVERSO.
    Di conseguenza, la produzione letteraria del decadentismo ha come carattere fondamentale la ricerca e l'elaborazione di temi e linguaggi nuovi. Questa spinta innovativa porta al rinnovamento dei generi letterari tradizionali, in particolare il romanzo, la lirica e il teatro. La corrente letteraria che da l'avvio al rinnovamento e quella del SIMBOLISMO francese, rappresentato dai poeti Paul Verlaine (1844-1896), Stephane Mallarmé (1842-1898) e Arthur Rimbaud (1854-1891) che sulla base dell'esperienza poetica di Charles Baudelaire (1821-1867), sostengono una concezione del poeta come VEGGENTE unico fra tutti gli uomini capace di cogliere il significato nascosto, simbolico, della realtà, adoperando un linguaggio poetico musicale e tradizionale.

    Edited by Ichigo - 3/1/2014, 09:18
     
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