Mastro Don Gesualdo

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  1. Ichigo
     
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    MASTRO-DON GESUALDO 1888-1889
    Secondo romanzo de "Cicli dei vinti", Mastro-don Gesualdo racconta le vicende di Gesualdo Motta, un muratore che nella prima parte viene narrata l'ascesa economica e sociale dove Gesualdo viene visto come un errore, nella seconda parte viene narrata la sua decadenza ovvero la sua sconfitta sul piano affettivo. Si sposa con Bianca Trao(che ha una figlia Isabella da un altro), è ambientato in sicilia a Vizzini e nell'ultimo capitolo a Palermo nel palazzo del duca di Leyra. Vi sono 2 versioni: la prima uscita a puntate su la "Nuova Antologia" nel 1888, la seconda pubblicata a milano nel 1889, modificata nella lingua. E' un romanzo:
    -della morale eroica perché il protagonista fa di tutto par di arricchirsi, avere tanta "roba";
    -dell'eroe della modernità perché il protagonista costruisce da solo il suo destino;
    -della sconfitta esistenziale perché Gesualdo anche se ricco è consapevole di essere odiato da tutti, famiglia compresa.
    Ne "L'addio alla Roba" ci sono molti riferimenti all'opera "La Roba". Ad esempio quando Gesualdo sa che deve morire, impazzisce e vuole distruggere tutto così muoiano insieme a lui, cosa che succede ne "La Roba" dove Mazzarò uccide animali e distrugge i campi per portarseli con sè nell'altro mondo.
    Strategia narrativa: discorso diretto e indiretto libero, eclissi dell'autore. Non vi è regressione perché il protagonista è un borghese come Verga per cui non deve imedesimarsi in un altra classe.

    Sintesi L'addio alla roba
    La morte di mastro don Gesualdo era vicina e non poteva far nulla per evitarla. Si ostinava a stare meglio. Col tempo aveva accumulato tanta roba. Vedeva il mondo andare avanti come sempre mentre lui non poteva più nulla. Impazzisce e decide di distruggere tutta la roba che aveva accumulato in modo che se ne andassero insieme a lui. Giorni dopo il duca di Leyra gli dice di andare a vivere con lui e sua figlia e che lo farà curare dai migliori medici. Inizia a sentirsi meglio e così partono per Palermo. Incontrano in via Masera la serva Diodata che li fa fermare perché vuole salutare don Gesualdo. Salutati, Diodata torna a casa.

    Sintesi La morte di Gesualdo
    Don Gesualdo aspetta il verdetto dei medici che discutono. Ad un certo punto dice di aver capito che è finita e chiede di un notaio per fare il testamento. I giorni passavano e sia lui che i parenti si erano convinti che non c'era nulla da fare e don Gesualdo fa l'abitudine. Arrivata l'ora, dialoga con la figlia ma alla fine lui resta un muratore e lei una nobile. Alla fine dice alla figlia di chiamare un prete.
     
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