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Un racconto d'amore
Una calda giornata estiva. Nel campo, dietro il giardino della vecchia casa padronale, c'è un cimitero ormai da tempo abbandonato: tumuli nascosti tra fiori alti in mezzo all'erba e una solitaria cappella di mattoni in rovina, tutta ricoperta di fiori selvatici, erbacce, ortiche. I bambini della casa, stando accovacciati sotto la cappella, guardano con occhi perspicaci attraverso una stretta e lunga finestra dal vetro rotto al pianterreno. Non si vede nulla, di là arriva soltanto un soffio gelido. Dappertutto c'è luce e fa caldo, ma là c'è buio e fresco. Là, nelle casse di ferro, giacciono i vari nonni e nonne e anche quello zio che si era sparato. Tutto questo è molto interessante e stupisce: qui da noi c'è il sole, ci sono fiori, erbe, mosche , calabroni e farfalle. Possiamo giocare, correre, si prova paura, ma anche allegria nello stare così accovacciati, mentre loro stanno distesi sempre là, nel buio, come di notte, nelle grosse e fredde casse di ferro. I nonni e le nonne sono tutti vecchi, mentre lo zio è ancora giovane ...
" Ma perché si era sparato?"
"Era molto innamorato, e quando uno è molto innamorato si spara sempre"
Nell'azzuro mare del cielo, stanno qua e là bellissime isole bianche di nubi, il vento caldo porta dai campi il dolce profumo della segale in fiore. E quando più forte e gioioso arde il sole, tanto più il freddo soffia dall'oscurità, dalla finestra.
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