Mia madre, io ed il mio fratellastro

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  1. Mr.ShikaHack
     
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    Mi chiamo Gina. Il mio nucleo familiare originario è composto da tre unità: mio padre, mia madre ed io. Mio padre è un uomo che per ragioni di lavoro è sempre in giro per il mondo. Questa è una cosa che mia madre non riesce a digerire. Lei ha bisogno che un uomo sia sempre presente nella sua vita. In particolare deve essere sempre presente nel suo letto. Queste lunghe assenze la portano a chiedere, dopo appena due anni di matrimonio, il divorzio. Mio padre non si oppone. Incomincia una nuova vita. Mia madre fa conoscenza con un uomo che diventa il suo amante. Questi vive con noi. Dopo tre messi è incinta e alla scadenza da alla luce un bel bambino. Ho così un fratello. Gli anni passano. Raggiungo i miei 14 anni e il mio fratellastro i suoi dodici. Nonostante la mia giovanissima età sono diventata una ragazza che attira su di se molti sguardi. Ho già gli attributi di seduzione ben sviluppati. Le tette, 2^ taglia coppa C, sono due pompelmi con due capezzoli ben evidenziati. Ho un culetto che è un piccolo mandolino. Sono abbastanza alta, circa 165 cm. Insomma sono una sirenetta. Mia madre ha con noi due un rapporto affettivo asfissiante. Questo si rivela un bene. Un giorno il convivente di mia madre tenta un approccio. Mi cinge con le braccia e mi artiglia le tette stringendole. Mi fa male. Mi ribello. Urlo. Mia madre corre. Sono tutta rossa in viso e con la camicetta sbottonata. Lui è lì in piedi. Mi chiede cosa è accaduto per farmi gridare in quel modo. Piangendo le racconto. Diventa una furia. L’uomo scappa. Lei gli grida di non farsi più vedere. Lo scaccia. Lo minaccia di andare a denunciarlo. Per evitare che lo si incontri di nuovo ci trasferiamo in un’altra città. Completo gli studi superiori e mi iscrivo all’università. Sono cresciuta oltre che come età anche fisicamente. Il mio corpo è diventato come quello di mia madre. Il seno è una quarta taglia con capezzoli che sono due grosse nocciole e sono alta 1,75. Il mio fratellastro, si chiama Pierre, è diventato un bel ragazzo. Le sue coetanee gli corrono dietro. Il telefono, in alcune ore della giornata, diventa incandescente. Le sue ammiratrici non gli danno tregua. Il suo atteggiamento è di pura indifferenza. Un giorno mia madre, si chiama Liana, mi chiama nella sua stanza. È seduta sul letto. “Senti un po’. Ho il sentore che tuo fratello abbia tendenze omosessuali.” “Mamma cosa vai a pensare.” “Non voglio insistere. Ma non ti sembra strano che eviti di parlare di ragazze. L’ho ascoltato, qualche volta, quando parla al telefono con qualcuna di loro e mai una Adv
    frase o una parola di desiderio. Sempre serio e compito.” “Forse è timido.” “Devi aiutarmi a scoprire se i miei sospetti sono fondati.” “Cosa vuoi che faccia? Non mi chiederai di sedurlo? Anche se…” “Sei scema! Parla con lui. Cerca di capire. Dal canto mio farò altrettanto. Però è più facile che si apra con te. Sei sua sorella.” “Non ti prometto niente. Vedrò quello che posso fare.” “Prima hai interrotto una cosa che stavi per dire. Cosa intendi quando dici: anche se…” “Uffa! Mamma. Tuo figlio è un bel ragazzo. Se non fosse mio fratello l’avrei già trascinato nel mio letto. Mi piace da morire.” “Questo lo avevo capito. È già un pò di tempo che ti osservo. Stai continuamente a spiarlo. Che intenzioni hai?” “Mamma, una cosa è il desiderio è un’altra e realizzarlo. Stai tranquilla non lo sedurrò il tuo figlioletto.” La discussione termina lì. Il giorno dopo incomincia la caccia ai pensieri ed ai desideri inconfessati di Pierre. Ho notato che il mio fratellastro trascorre molte ore della sera davanti al PC. Un mattino decido di non uscire di casa. Liana è già uscita. È andata al lavoro. È una commercialista ed ha uno studio proprio. Mio fratello è andato a scuola. Senza vestirmi; cosi come sto, mi precipito nella sua camera e accendo il PC. Sono molto brava in informatica. Pochi minuti e sto navigando nella memoria del computer. Trovo una cartella nascosta. L’apro. Vi sono due sottocartelle. Una è dedicata a mia madre ed un’altra a me. Hanno la password. È facile violarle. Il fratellino non ha molta fantasia. Le ha dato i nostri nomi. Apro prima quella di Liana. Contiene una cartella di immagini. Vi accedo. Sono tutte fotografie di mia madre. L'ha ripresa nelle pose più lascive. Ci sono anche molti nudi di mamma. Nella camera da letto distesa nuda a cosce aperte mentre si masturba. In bagno. Alcune sono state scattate mentre fa la doccia. Altre la ritraggono distesa nella vasca da bagno. C’è una addirittura che la ritrae mentre fa il bidè. Come abbia fatto a ritrarla senza che mamma se ne accorgesse è un mistero. Vi sono una serie di documenti word. Una alla volta li apro e leggo. Dio. Altro che gay o frocio. Pierre confessa al PC l’amore che lo pervade per mia madre. Ne descrive il corpo nei minimi particolari. Non solo, ma descrive minuziosamente i rapporti che lui sogna di avere con nostra madre. Tutte finiscono con una frase: “Mamma ti amo.” Sono sconvolta. Mi guardo intorno. Il cestino della carta contiene dei fazzolettini di carta. Ne prendo alcuni. Sono intrisi di sperma. Il maialino si masturba pensando a mamma. Sento un rumore. In fretta spengo il computer e mi precipito in camera mia. Mi stendo sul letto. Casualmente i miei occhi vanno sul lampadario. Vedo un filo che ha come terminale una protuberanza. Ecco come fa. Mi alzo e vado in camera di mamma. Alzo gli occhi e lo vedo. Corro in bagno. C’è. Che figlio di buona donna. Ha collocato una videocamera in ogni angolo della casa. Ha approfittato delle nostre assenze da casa per costruirsi il suo circuito chiuso. Domani, necessariamente, dovrò scoprire il contenuto della cartella a me dedicata. Già so cosa vedrò e cosa leggerò. Mi solletica la curiosità di sapere come mi descrive e come sogna di possedermi. Il giorno dopo sono di nuovo davanti al PC. Accedo alla cartella che mi riguarda. Ancora fotografie mie. Vi è anche un filmino. Lo proietto. Sono io distesa nuda sul letto che mi sto masturbando. Ho un maialino per fratello. I racconti a me dedicati fanno impallidire i più esperti descrittori delle pratiche sessuali. Le posizioni descritte fanno diventare il kamasutra un abcdario del sesso. Anche questi si chiudono con una dichiarazione d’amore. Ritorno in camera e mi chiudo dentro. Mi spoglio e mi distendo sul letto. Allargo le gambe e con le dita gioco con la mia passera. Godo. Non ho più ragione di indagare sulle tendenze sessuali di mio fratello. È uno stallone represso. Tutti i giorni una giovenca ed una puledra scorazzano sotto i suoi occhi. Una è sua madre l’altra è la sorellastra. Desidera possederle ma il grado di parentela glielo impedisce. Decido di aiutarlo. È domenica. Intorno alle 11 Pierre esce con gli amici per recarsi allo stadio a vedere la partita. Il che significa che starà fuori per almeno 6, 7 ore. Raggiungo Liana in cucina. “Mamma; ho concluso l’indagine. Tuo figlio non è gay. Pierre è innamorato di una donna molto bella. Purtroppo è molto più grande di lui. Questo lo frustra. Non osa dichiararle il suo amore per paura di una reazione negativa. Dovremmo noi fare qualcosa per aiutarlo a realizzare il suo sogno.” Mia madre mi guarda con occhi strani. “Come lo hai scoperto? Tu conosci questa donna? Sai chi è?” “Si, la conosco. Anche tu la conosci; forse meglio di me. Vieni ti faccio vedere come l’ho scoperto.” La guido nella stanza del mio fratellastro. La faccio sedere alla scrivania. Accendo il pc e dopo pochi secondi sono nella cartella di Liana. Mi metto alle sue spalle e incomincio a far scorrere le foto. Mia madre lancia un grido. “No! non può essere. Quella sono io.” Non parla più. Le foto finiscono. Apro, una alla volta, le lettere. “Leggi cosa scrive di te.” Liana divora lo scritto. Ogni lettera è accompagnata da esclamazioni di sorpresa ed anche da miagolii. Il respiro di mia madre diventa pesante. Dio, Liana a leggere quello che il figlio scrive di lei si sta eccitando. Arriva alla fine. Si gira verso di me. “Tu credi a quello che è scritto? Veramente pensi che mio figlio voglia possedermi?” “Mamma non vedo altro motivo. A che scopo farti delle foto, spiarti, descrivere i suoi incontri con te. Si, credo proprio che Pierre sia innamorato di te. Che ti vuole nel suo letto. Vuole fare l’amore con te.” Non le dico della cartella che mi riguarda. Sto spingendo mia madre nelle braccia del mio fratellastro con la speranza che dimentichi di avere una sorella. “Cosa devo fare? Non posso certamente farmi possedere da mio figlio.” “Mamma solo entrando nel suo letto lo libererai dai suoi complessi e dalle sue frustrazioni. Pensa al lato positivo. È un bel ragazzo. Credo anche che sia ben fornito. Nessuno saprebbe niente. Dal come leggevi le lettere ho capito che il contenuto ti eccitava. Tuo figlio ti piace. Vorresti che lui ti prendesse nei modi in cui l’ha descritto. Avresti un uomo che ti darebbe il suo amore. Parlo di amore vero. Dammi retta. Fallo.” “Ma è mio figlio, tuo fratello.” “Lo sappiamo solo noi due. Questa notte vai in camera sua e chiudetevi dentro.” La lascio davanti al computer e vado in cucina. Dopo circa un’ora mi raggiunge. La guardo. Ha il viso disteso. “Tuo fratello deve essere un depravato. Da quello che ho letto ha intenzioni di distruggermi.” “Mamma hai spento il computer? Una donna del tuo pari non credo si farebbe distruggere da un puledro che non ha mai fatto sesso. Lui quelle cose le ha scritte perché le avrà lette o sentito in qualche posto. Se lo cavalcherai, come io mi auguro, sarai tu che condurrai il gioco. Sarai tu a sfiancarlo.” “Ti prego non voglio più parlarne.” Il resto della giornata trascorre senza che l’argomento venga più affrontato. Pierre rientra. Divora quanto mamma gli ha preparato e via nella sua camera. Mia madre finisce di rassettare la cucina. Viene nel salone. Lo attraversa. Prima di uscire si volta nella mia direzione. “Fammi gli auguri.” Balzo giù dal divano; le corro incontro, l’abbraccio e le do un grosso bacio sulle sue labbra carnose. ”Mamma se non fossi una donna ti scoperei qui, sul pavimento. Domani mi racconterai.” Prima che potessi rivedere di nuovo Liana e Pierre dovettero passare circa 15 giorni. Un mattino sto uscendo dalla mia camera. La porta della stanza del mio fratellastro si apre e vedo Liana, nuda, che sta uscendo. Ha l’aria ancora assonnata. È una bella donna. Ha un corpo da far invidia a molte ragazze della mia età. Me compresa. È un monumento alla bellezza. Due lunghe gambe fanno da colonne ad un corpo che sembra scolpito nel marmo. Una carnagione bianca come il latte. Fianchi larghi ed un vitino stretto. Due grosse e magnifiche mammelle (5 taglia coppa D) con dei capezzoli rosei e grandi come due grosse ciliegie. Delle labbra carnose. Occhi verdi. Capelli biondi e lunghi. A completare la scultura ci sono due glutei che danno forma ad un culo splendido. Una contrazione al basso ventre fa miagolare la mia micina e i miei capezzoli si inturgidiscono. Sì, anch’io amo mia madre. La desidero. La saluto. “Ciao, mamma. Finalmente ti rivedo.” Lei ha un sobbalzo. “Ciao. Non sei ancora uscita?” “Puoi venire un attimo nella mia stanza?” Chiude la porta e mi raggiunge. “Tenuto conto che tu e tuo figlio mancate da questa terra da almeno quindici giorni e tenuto altresì conto che esci nuda dalla sua stanza, presumo che le cose fra voi due vadano a gonfie vele. Stasera andrai a dormire nella tua stanza. Verrò a tenerti compagnia e mi racconterai. Non trovare scusanti.” “Dovrò inventare una grossa bugia. Tuo fratello non mi lascerà andare a stare da sola. Mi seguirà.” “Digli che hai bisogno di qualche giorno di riposo. Che vuoi riflettere sul vostro rapporto. Insomma, mamma, questa notte devi essere sola con me.” Liana mi guarda con aria interrogativa. Interrompo i suoi pensieri dicendole di raggiungere il suo giovane puledro. Questa notte starò insieme a lei nel suo letto e mentre mi racconterà di quello che è avvenuto con suo figlio la sedurrò. Con ansia aspetto che giunga la sera. Sto in camera mia. Sento voci nel corridoio. Apro la porta quel tanto che basta per riuscire a vedere quello che accade. Sulla soglia della camera di mia madre c’è Pierre che cerca di entrare. Liana ha una mano poggiata sul petto del figlio. “No! Pierre. Questa sera devo dormire da sola. Non puoi stare con me. Devo riposare. Domani devo ritornare in ufficio. Sono troppi giorni che manco. C’è anche un’altra ragione. Sono circa quindici giorni che facciamo l’amore. Tu sei giovane. Sei un bel puledro. Quando mi cavalchi mi fai impazzire. Ogni volta mi sento distrutta. Dobbiamo trovare un’intesa che ci permette di amarci senza che il nostro fisico ne risenta. Dammi ascolto che in questo ho più esperienza.” “Mamma. Non riuscirò a dormire senza di te. Guarda in che condizioni sono.” Abbassa il pigiama è per la prima volta vedo il fallo di mio fratello. È enorme. È inalberato come l’albero maestro di un veliero. Guardo allucinata quella splendida clava. Capisco il perché mia madre non vuole lasciarlo. Ho la micina in fiamme. “Oh piccolo mio. A questo c’è rimedio.” Mia madre si piega sulle ginocchia. Apre la bocca ed accoglie il luccicante glande fra le sue labbra. Le sue mani si ancorano alle natiche di Pierre. Dà una spinta in avanti. Il cazzo penetra per tutta la lunghezza nella sua bocca. Resta fuori solo lo scroto che si premunisce di stringere con una mano e di stuzzicarlo con le unghia delle dita. E’ la prima volta che vedo un cazzo ospitato nella bocca di mia madre ed è il fallo di suo figlio. Pierre incomincia a muoversi. Prima piano, poi, con l’accrescere del piacere, con sempre più velocità. Liana miagola e soffia. Una sua mano è tra le sue gambe. Dalla mia posizione vedo che la muove con frenesia. Con l’altra mano si pizzica i capezzoli. Si sta masturbando. Più di una volta il cazzo che occupa la sua bocca soffoca le sue urla. Mia madre sta godendo. Anche mio fratello è al culmine. Pochi secondi e dal glande vengono spruzzati copiosi fiotti di sperma nella gola di mia madre che li ingoia senza difficoltà alcuna. Con la mano afferra il cazzo e lo stringe. Lo munge. I residui di sperma che si sono fermati nel condotto uretrale vengono espulsi e ingoiati. Vedo la lingua di Liana muoversi frenetica intorno al glande. Lo sta pulendo. Si rialza. Poggia le sue labbra sulla bocca del figlio e lo bacia. È un lungo bacio. “Ora puoi andare a letto.” Mio fratello si gira e si incammina verso la sua camera. Liana nel girarsi per entrare nella stanza si accorge della mia presenza. Mi guarda e mi sorride. Entra e chiude la porta alle sue spalle. Aspetto mezzora e poi avvolta in una vestaglia mi reco nella stanza di Liana. Chiudo a chiave la porta alle mie spalle in modo che il mio aitante fratellino non possa disturbarci. Mia madre è a letto. Mi avvicino. Tolgo la vestaglia. Sotto sono nuda. Alzo la coperta. Liana indossa una camicia da notte. “Se vuoi che entri nel letto devi toglierti quello straccio. Voglio che tu sia nuda.” Con poche ed abili mosse la venere si denuda. Entro nel letto, mi rannicchio contro il suo splendido corpo e l’abbraccio. Avverto il calore che emana trasmettersi al mio corpo. Un brivido percorre la mia spina dorsale. “Mamma ho un desiderio che solo tu puoi permettermi di realizzare.” “Come posso aiutarti?” “Lasciando che io ti ami come lo ha fatto mio fratello.” “Vuoi scoparmi? Ti confesso che spesso ed è già da un bel po’ di tempo che fantastico di amarti, di fare sesso con te. Non l’ho mai fatto con una donna. Deve essere un’esperienza interessante. Come vedi siamo in due a volerlo.” Le sue braccia mi stringono contro il suo corpo. La sue grosse mammelle premono contro le mie. Avverto la durezza dei suoi capezzoli. Avvicino le dita e, con il pollice e l’indice, li artiglio. Li strizzo. “Non cosi forte. Mi fai male. Sono sensibili. Sii più gentile. Trattali con dolcezza.” “Mamma sono stupendi. Hai due tette favolose.” “Anche a tuo fratello piacciono molto. Pensa che gli piace dormire con il capezzolo in bocca.” “A proposito. Prima ti ho visto quando gli hai succhiato il cazzo. Sei stata magnifica.” “Ti ho vista che guardavi. Ti è piaciuto lo spettacolo?” “Sei stata superlativa. A letto com’è?” “Avevi ragione. Tuo fratello non è mai stato con una donna. Era vergine. Ha voluto esplorare il mio corpo prima con gli occhi. Avresti dovuto sentire le sue esclamazioni di meraviglia quando ha visto la mia vagina dilatata. Non ti dico cosa è successo quando ha tentato di penetrarmi per la sua prima volta. Era un imbranato. Il suo pene non riusciva a trovare l’ingresso della vagina. Ha messo il cazzo fra le mie chiappe ed il letto. Ha scaricato il suo desiderio sul lenzuolo. Mi sono intenerita. Ci sono voluti più rapporti prima che imparasse a penetrarmi. Le prime volte l’ho dovuto guidare. Prendevo il suo cazzo con la mano e gli facevo appoggiare il glande all’entrata. Sollevavo il bacino e lui entrava. Poi ha imparato ed è diventato bravo. È talmente bravo che riesce a farmi raggiungere sconvolgenti orgasmi senza che lui goda. Gli ho chiesto il perché del suo comportamento. Mi ha risposto che a lui interessa darmi piacere. Dice che quando godo per lui è una soddisfazione. Gli piace fottermi stando dietro. Per la verità è una posizione che piace anche a me. Mi eccita molto quando mi fa girare a pancia sotto e mi chiava da dietro.” “Comincia dal principio. Dimmi della sera che sei entrata nella stanza di tuo figlio.” “Ti dirò tutto quello che vuoi sapere purché tu stia ferma con quelle dita. Se continui a giocare con i miei capezzoli non riuscirò a raccontarti niente. Decidi. Vuoi fare all’amore o ascoltare?” “Voglio entrambe le cose. Però hai ragione. Fammi prima sentire.” Lascio i capezzoli e porto le mani fra le mie gambe.
    Il racconto di mia madre.
    -Quella sera sono entrata nella sua camera. Lui è disteso sul letto. Mi avvicino. Mi siedo sul bordo del letto. Pierre si scosta per lasciarmi più spazio. Gli chiedo se sta bene. Gli sbottono la camicia e infilo una mano nell’apertura. Gli accarezzo il petto. Lui chiude gli occhi. Con le dita gioco con i suoi capezzoli. Lo sento gemere. Senza smettere mi distendo al suo fianco. Si gira su un fianco e mi guarda. Mi chiama. “Mamma.” “Dimmi amore.” “Ti amo.” “Lo so.” “Mamma, non hai capito. Voglio fare all’amore con te.” “Sono qui per questo. Anch’io voglio fare all’amore con te.” “Non ti importa che sono tuo figlio?” “No. Quello che è importante è che in quello che faremo ci sia amore e non solo desiderio ed io lo faccio perché ti amo. Tu sei un uomo ed io sono innamorata dell’uomo che è in te.” Smetto di giocare con i suoi capezzoli e gli sbottono i pantaloni. Introduco la mano nella fenditura della patta. Cerco l’apertura dei boxer e la valico. Tocco con la punta delle dita il glande. È bollente. Pierre emette un lungo sospiro. “Mammaaaaaa!” Il suo cazzo incomincia a crescere ed ad indurirsi. Lo avvolgo con il palmo della mano. È grosso. Non riesco a circondarlo con le dita. Lo stringo. Pierre ulula. Smetto. Mi alzo e mi spoglio. Lascio solo le calze ed il reggicalze. Pierre ha gli occhi fuori dalle orbite. “Mamma sei bellissima.” Mi porto ai suoi piedi. Afferro il pantalone e glielo sfilo. Poi tocca ai boxer. Resta nudo dalla cintola in giù. Il suo fallo si erge imperioso. Non ho mai visto un cazzo così lungo e grosso. Sono incantata da sì grande bellezza. Il suo lucido glande è puntato contro la mia bocca. Piego la testa in avanti e porto le mie labbra in contatto con la testa della bestia. La bacio. Sento che vibra. Incomincio a leccarlo. Dall’alto verso il basso. Alla base di quello splendore c’è un folto cespuglio di peli che lo circonda. Mi entrano nel naso. Trattengo a stento uno sternuto. Gli lecco la borsa scrotale. Gliela succhio. La mia lingua scorre veloce sulla superficie del fallo di mio figlio. Ritorno con la bocca sul glande. Dischiudo le labbra e il cazzo di tuo fratello trova ospitalità nella mia bocca. La mia lingua lo avviluppa. Si irrigidisce ed un mare di sperma inonda la mia bocca. Scende nella gola. Lo ingoio. Poverino. Non ha resistito. “Dimmi, piccolino, è la prima volta che stai con una donna?” “Sì mamma.” “Sarò io sverginarti? Non sai quando questo mi rende felice. Sono tua madre e sono anche la donna che ti farà raggiungere le vette del piacere.” Incomincio a baciare il suo giovane corpo. Faccio guizzare la lingua sulla sua liscia pelle. Lecco. Arrivo con la bocca sui suoi capezzoli. Li titillo e li succhio. Pierre lancia continui mugolii. Arrivo alla sua bocca. Le sue calde labbra sono pressate contro le mie. Con la lingua le forzo. Lui le dischiude e la mia lingua le valica. Vado in cerca della sua lingua. La trovo. Ingaggio un dolce duello. L’avviluppo. Sento che gli manca il respiro. Mi ritraggo. Mi siedo sulla sua pancia. Il suo cazzo è fra le mie natiche. Le mie mammelle gli schiaffeggiano il viso. “Mamma, come sono grosse.” “Ti piacciono?” “Sì, sono bellissime.” “Vieni. Baciale.” Mi piego in avanti ed un capezzolo strofina contro le sue labbra. Vedo la sua bocca aprirsi. Con la mano accompagno la tetta in modo che il capezzolo entri nella sua bocca. La sua lingua lo circonda e lo lecca. Chiude le labbra e incomincia a succhiare. E’ una cosa che sa fare. Forse è un ricordo ancestrale di quando era bambino e succhiava le tette cibandosi del mio latte. Sta di fatto che il suo modo di succhiarmi la mammella mi provoca forti contrazioni all’utero. La mia micina incomincia a miagolare. Sollevo il bacino dalla sua pancia quel tanto che basta per introdurre una mano fra le gambe ed artigliare il suo cazzo. Lo indirizzo fra le grandi labbra della vagina. Faccio strusciare il glande contro il mio inturgidito clitoride. E’ una piacevole sensazione. Lo accompagno all’ingresso dell’orifizio vaginale. Lentamente mi faccio penetrare. È da quando allontanai suo padre dalla nostra casa che la mia pussy non ospita un fallo. Dio com’è grosso. Mi sento come se mi stesse spaccando in due. Il glande urta contro il collo dell’utero. E’ tutto dentro. I peli della mia pussy sono intrecciati con i peli che fanno da orlo al suo cazzo. Mi fermo. Lui smette di succhiare. “Mamma. Dimmi che non sto sognando. Hai condotto il mio pene a visitare la tua vagina. Dio com’è calda. Ti sto chiavando?.” “No. Non stai sognando. Stai realizzando il tuo sogno. Sei tornato nel mio ventre. Il tuo cazzo ha valicato la porta da dove sei uscito. Sì, mi stai chiavando. Mi piace molto sentirti dentro di me. Da oggi tu mi appartieni due volte. La prima è perché sei mio figlio; la seconda perché sei diventato e sarai il mio amante.” Nei giorni seguenti gli insegno a darmi piacere con la sola bocca. Ha imparato a leccarmi la fica ed a succhiarmi il clitoride che è un portento. Mi conduce all’orgasmo senza che il suo favoloso cazzo entri nella mia infuocata vagina. Il passaggio alla posizione del 69 è il seguito. Nel praticarla si accorge del mio buchetto posteriore. Gli viene d’istinto baciarlo e poi leccarlo. Figlia mia, ti assicuro che quando tuo fratello mi lecca il buchetto del culo fa esplodere un infinità di fuochi artificiali nel mio cervello. Mi ha chiesto se gli concedevo il permesso di sodomizzarmi. Non l’ho mai permesso ne a tuo padre ne a suo padre. Il mio buchetto è inviolato. Chissà quale è stata la molla che mi ha fatto dire di sì a tuo fratello. Quando ha appoggiato il glande sul buchetto ed ha incominciato a spingere mi sono ribellata e mi sono sottratta al suo abbraccio. Il dolore era troppo forte. Se fosse riuscito a penetrare il mio culo con quel cazzo che si ritrova sono sicura che sarei dovuta ricorrere ad un intervento chirurgico per ricostruirmi l’ano. Lo avrebbe sfondato in modo irreparabile. Eppure mi piacerebbe molto farmi inculare da mio figlio. Ecco per sommi capi com’è andata con tuo fratello. Se vuoi puoi vedere i particolari nelle riprese fatte dalle videocamere. Sono sempre state in funzione. Pierre ha detto che vuole rivederle in tua presenza.- “Cosa? Avete parlato di me?” “Sì. Ha detto che tu sei l’altra donna che lui ama. Mi ha fatto vedere la cartella con i i tuoi nudi e le lettere che ti ha scritto. Perché ti meravigli. Non hai detto che ti piacerebbe farti chiavare dal tuo fratellastro.” “Una cosa è pensarlo e un’altra è farlo.” “Anch’io non avrei mai pensato di farmi chiavare da mio figlio eppure l’ho fatto e ti giuro che non ne sono affatto pentita. Farmi cavalcare da tuo fratello è stato qualcosa di stupendo. Ho vissuto come in una fiaba da mille ed una notte. Lo amo e non rinuncerò a lui facilmente. Non sarò gelosa se cercherà altre donne. Voglio solo che non rinunci a depositare il suo grosso cazzo nel mio ventre. Se ti farai montare avrò più possibilità che resti in casa e non cercherà piacere altrove.” “Mamma vuoi che io mi faccia chiavare da mio fratello per non perderlo. Lo sai che sono ancora vergine. Farmi sverginare da Pierre non è che mi dispiaccia. È un bel ragazzo. Se giacerò con tuo figlio potrei restare incinta.” “Puoi sempre prendere la pillola.” “Ti ricordi? Suo padre cerco di violentarmi. Avevo 14 anni. Tu lo cacciasti. Oggi ho 19 anni e il figlio vuole possedermi. Diversamente da allora questa volta sei tu che mi spingi fra le sue braccia.” “Non lo farei se sapessi che tu non vuoi. Invece so che ti piace e che lo ami. È una circostanza che difficilmente capita. Pensa. Il tuo fratellastro sarebbe l’unico uomo a circolare per la nostra casa. Questo ci eviterebbe tentazioni che possono sempre nascere. Io non dovrei preoccuparmi delle vostre conoscenze. Pierre sarebbe felicissimo. Avrebbe nel suo letto le due donne che più ama. L’unico lato negativo è che con tuo fratello non potremo generare figli.” “Mamma. Tu hai già avuto due figli. Invece io devo ancora provare cosa significa diventare madre. Questa è una cosa a cui non rinuncerò.” “Mi stai dicendo che per essere madre rinunci a farti chiavare da Pierre?” “Oh no! Mio fratello mi avrà. Ma non userò ne la pillola ne altri contraccettivi. Se succederà che Pierre mi ingraviderà il bambino lo farò nascere.” “Ti rendi conto che sarà il figlio di tuo fratello?” “Pierre non è proprio mio fratello. Suo padre non è mio padre. In comune abbiamo solo te. Siamo entrambi usciti dal tuo ventre ma il seme che ti ha inseminata non è lo stesso. Mamma, mi farò chiavare dal mio fratellastro. In dote gli porterò la mia verginità e se capiterà gli darò anche un figlio.” “Bambina mia. Ti invidio. Se potessi mi farei ingravidare. Desidero tanto avere un altro figlio.” “Perché non lo fai?” Non ottengo risposta. Le sue braccia si stringono intorno al mio corpo; la sua bocca si posa sulla mia. Dischiudo le labbra e la sua lingua entra nella mia bocca. Le due lingue si avviluppano. Ingaggiano un furioso duello. Sembrano due serpenti in amore attorcigliati su loro stessi. Mi manca il respiro. Mi libero dal suo abbraccio e mi avvento sulle sue mammelle. Le lecco tutte. Dio, quanto sono grosse. E i capezzoli? Sono stupendi. Li titillo con la lingua. Mia madre geme. A turno li circondo con le labbra e uno per volta li succhio. Sono dolci. Liana emette nitriti di piacere. Sostituisco la bocca con le dita. Smetto di succhiare quei capolavori. Le mie dita giocano con gli splendidi capezzoli. Li strizzo strappandole dei mugolii. La mia bocca scende lungo il suo bianco corpo vellutato. Il suo profumo mi inebria. Arrivo all’ombelico. Ci gioco con la punta della lingua. Continuo a scendere. Le mie tette scorrono sul suo corpo. I miei capezzoli sono inturgiditi per l’eccitazione. Incontro i primi peli che ornano il pube e la vagina. Mia madre tira le gambe verso il suo corpo e le dilata. Offre la sua vagina alla mia bocca. Bacio le sue grandi labbra. Con le dita le dilato. Le piccole labbra balzano verso l’esterno. Sembrano le ali di una farfalla. Sono gonfie e di colore ciclamino. Le prendo con le mie labbra e le succhio. Liana guaisce. La mia attenzione è attratta dalla piccola protuberanza che fa capolino nella parte alta della vagina. E’ il glande del clitoride. E’ lucido. Avvicino la lingua e lo lecco. Il corpo di mia madre ha un fremito. Lo circondo con la bocca e lo succhio. Liana lancia un urlo. Le piace. “Sì, continua cosi. È bello. Non ti fermare.” Continuo a leccare e succhiare quel splendido cazzetto. Mia madre è in preda a convulsioni. Poi un grido riempie la stanza. Dalla sua uretra esce un liquido denso e biancastro. Sta godendo. Ho fatto godere la dea della bellezza. Lappo quel nettare e lo ingoio. Continuo nell’opera di pulizia della fica di mia madre. La mia lingua scorre veloce lungo la fenditura delle carnose grandi labbra non disdegnando di introdurla nell’orifizio vaginale leccandone le rosee pareti. Mamma continua a gemere. Con poche rapide mosse mi distendo sul suo corpo portando le mie cosce a circondare la sua testa. La mia vagina è sulla sua bocca. Liana ci si avventa e fa vibrare la sua lingua. Lecca e succhia i miei organi genitali. Il mio clitoride è sottoposto alle torture che la febbrile lingua di mia madre gli imprime con sapiente scientificità. Mi fa un pompino da farmi urlare di piacere. Raggiungo uno sconvolgente orgasmo e riverso nella bocca di mia madre le ondate di magma che fuoriescono dalla mia uretra. Il mio è un lungo orgasmo. Il mio corpo trema come se fosse attraversato da scosse di terremoto. Mi riprendo. Mamma, dopo aver dato un colpo di lingua al mio buchetto posteriore strappandomi un gridolino di piacere, si libera dall’abbraccio delle mie cosce. “Gina, bambina mia, è stato bello. Non credevo che fare all’amore con una donna fosse cosi appagante.” “Mamma è piaciuto anche a me. Anche per me è la mia prima volta con una donna. È la prima volta che godo senza ricorrere alla masturbazione.” ”Vuoi dire che io, tua madre, sono la prima persona che ti ha portato all’orgasmo? Non voglio intromettermi nella tua vita privata ma tu con i ragazzi cosa fai? Capisco che preservi la tua verginità, ma il resto?” “ Mamma ai ragazzi basta un su e giù con le mani e i loro propositi di possedermi scemano insieme alla loro eiaculazione.” “E loro si accontentano? Li compiango. Non sanno cosa si perdono. Questo vale anche per te. Non sai com’è bello leccare e succhiare un cazzo. Ed è più appagante se il cazzo che viene offerto alle leccate della tua lingua è attraente come quello del tuo fratellastro.” “Mamma stai magnificando il fallo di Pierre come se fosse il pene di un dio greco.” “Non credo che gli dei dell’antica Grecia avessero un fallo come quello del mio bambino.” “Appurerò che quanto dici corrisponde al vero.” “Dio. Allora hai deciso? Ti farai montare dal mio giovane puledro?” “Questa è una decisione che ho preso da molto tempo. Sono anni che sono innamorata di Pierre. Ai miei spasimanti non ho mai concesso di andare oltre perché ho promesso a me stessa che il primo ad esplorare il mio corpo deve essere il mio fratellastro: tuo figlio.” “Tanto lo ami?” “Sì. Ti ho già detto che quando mi concederò lo farò senza prendere precauzioni di sorta. Tuo figlio dovrà scaricare il suo desiderio nel mio ventre e se mi ingraviderà sarò felice di dargli un figlio. Da domani mattina mi prenderò cura di lui. Tu ritorna pure in ufficio. Recupera le tue forze perché verrà il giorno che dovrai prenderti cura di me e allo stesso tempo anche di tuo figlio. Ora dormiamo.” Cosi decidemmo. Liana ogni mattina va in ufficio e rientra a sera tardi. I miei rapporti con lei si limitano ad un bacio per il buongiorno ed ad un bacio per la buona notte. Anche con il mio fratellastro adotta lo stesso comportamento. Con lui è un pò più difficile perché Pierre continua a pregarla di concedergli di amarla. I tentativi di entrare nel letto della madre si fanno sempre più insistenti. Devo accorciare i tempi di realizzo del mio progetto. È sabato. Mamma, fedele alla sua promessa, si è organizzata una escursione in una città d’arte della durata di due giorni. In casa resto sola con mio fratello. Faccio una doccia. Indosso un accappatoio la cui lunghezza riesce a coprire a stento la mia micina depilata. Se mi chino in avanti il mio nudo culetto si mostra a tutti gli occhi che bramano di vederlo. Tra questi annovero anche quelli del mio fratellastro. Vado in cucina e mi impegno nella preparazione della colazione per me e per il mio fratellastro. Avverto una strana sensazione. I miei occhi si posano sul fondo lucido di una padella. Vedo riflessa la figura di mio fratello. Un brontolio parte dal mio stomaco e scende giù fino alla micina che lo trasforma in un miagolio. È giunto il momento. Poggio le mani sul bordo del piano della cucina e indietreggio di alcuni passi. Allargo le gambe e mi piego in avanti. Le parti del mio corpo che mio fratello sogna di possedere sono sotto i suoi occhi. Il mio bianco culetto e le mezze lune che formano le grandi labbra della mia inviolata figa lo stanno ammaliando. Pierre, senza distogliere lo sguardo dalle meraviglie del mio corpo, passo dopo passo, si avvicina. Giunge a ridosso della mie chiappe. Si piega sulle ginocchia e affonda il viso fra le mie natiche. La sua bocca si muove spasmodica ora su una natica ora sull’altra. Le riempie di baci. Allargo ancora di più le gambe. Le sue labbra si posano sullo sfintere. Lo bacia. Un gemito mi esce dalla bocca. Tira indietro la testa e si ferma a guardarlo. “Dio sorellina, hai uno buchetto che è uno splendore.” La sua bocca è di nuovo sullo sfintere. Le sue labbra sono dischiuse. La lingua saetta contro il buco del culo. Un grido di piacere riempie la cucina. “Oh! Mio amato fratellino. Sì. Continua a leccare. Non smettere. È eccitante farsi leccare il buchetto. Aveva ragione mamma. Ho atteso troppo per far godere il mio corpo.” Pierre fa vibrare la sua lingua sullo sfintere con una velocità impressionante. I miei nitriti sono sempre più acuti. La mia micina incomincia ad eruttare. Si riempìe di umori. Si aprono la strada fra le grandi labbra tramaciando verso l’esterno. Pierre li vede scorrere. Si precipita a portare la sua bocca sulle grandi labbra. Con la lingua lappa i miei umori e l’ingoia. Si insinua fra le grandi labbra. Le piccole labbra gli vanno incontro. Le aggancia e le lecca. Le succhia. Mi sento svenire. La sua attenzione viene attratta dal piccolo bottoncino che luccicante di desiderio si offre alla sua bocca. Con le labbra lo artiglia e con la punta della lingua lo titilla. Il mio clitoride si indurisce e si allunga. Il mio corpo comincia a vibrare. Il mio cervello è preda di miriadi di scintille infuocate. Pierre smette di titillare il clitoride e comincia a succhiarlo. Ha iniziato a farmi un pompino che ha il suo culmine in un grande urlo che esce dalla mia gola. Il piacere mi sovrasta. Avverto che uno spaventoso orgasmo sta montando. Tremo tutta. Sto godendo. Dalla mia uretra vengono espulsi fiotti di sperma che vengono lappati dalla lingua del mio amato fratellastro e ingoiati. Mia madre si è rivelata una grande maestra. Sono ancora sconvolta dal piacere che Pierre è riuscito a darmi che non mi accorgo di non avere più la sua testa fra le mie chiappe. Sento che un altro corpo si sta facendo strada fra le mie natiche. Avverto una leggera pressione contro il mio buchetto. È in quel momento che la mia mente ritorna alla realtà. Mio fratello sta tentando di farmi il culo. Vuole sodomizzarmi. Il terrore si impadronisce del mio cervello. Ha messo le sue forti mani sui miei fianchi e mi tiene ferma. La pressione contro il centro del mio sfintere aumenta d’intensità. Prendo un lembo dell’accappatoio tra i denti e lo mordo. Una parte del glande del suo mostruoso fallo è già entrata. Lo amo troppo per negargli il buco del mio culo. Non voglio che accada come per sua madre che prima gli ha permesso di farsi chiavare nel culo e poi si è pentita. Ho deciso. Lo aiuterò a prendersi la verginità del mio culo. Voglio che mi inculi. Giro la testa e lo vedo. Ha il viso rivolto verso il soffitto e gli occhi chiusi. Il suo viso sprizza piacere. Sta immaginando l’atto che sta compiendo. Sì! Desidero che mio fratello possa giocare con il tutto il mio corpo. Soffocando il dolore comincio a roteare il bacino favorendo la penetrazione del mostro nel buco del mio culo. Pierre capisce che non mi sottrarrò alla realizzazione del suo desiderio. Aumenta la spinta. Il glande riesce a superare la soglia dello sfintere. Senza fermarsi continua a spingere. Il cazzo di mio fratello lentamente si fa strada nel budello del mio intestino retto. Sento i muscoli anali dilatarsi per accogliere e dare ospitalità a quel grosso muscolo. È un ferro rovente quello che sta entrando nel mio culo. Mi sento come se mi stesse spaccando in due. Il dolore è forte. Lo soffoco stringendo con forza i denti intorno al lembo dell’accappatoio. Di colpo la spinta si ferma. Il pube di mio fratello è contro lo sfintere. Il cazzo di Pierre è completamente affondato nel mio culo. Mio fratello distende il suo corpo sulla mia schiena. Passa le braccia intorno al mio torace e con le mani si ancora alle mie mammelle. I miei capezzoli, duri come il marmo, spingono contro il centro del palmo delle sue mani. Il mio corpo si sta abituando alla presenza dell’alieno nel buco del culo. Il dolore provocato dalla penetrazione anale si sta attutendo. “Gina. Sorellina. Ti amo.” “Dici la verità? Mi ami più di tua madre?” La mia domanda lo sorprende. “Come fai a sapere di me e di mamma.” “Fratellino, se non lo sai tu e mamma avete scopato in questa casa dove anch’io vi dimoro. Non dimenticare che gli strumenti che hai utilizzato per riprenderci so usarli anch’io. E poi ti ho visto quando mamma ti ha fatto un pompino sull’uscio della sua stanza da letto. Ho visto il tuo cazzo affondare nella bocca di nostra madre. Ho visto la lingua di Liana leccare il tuo pene come se stesse leccando un cono gelato. Dai rispondi alla mia domanda. Quello che senti per me è lo stesso di quello che senti per nostra madre?” “Quello che sento per mamma è un amore diverso da quello che sento per te. Nostra madre mi piace averla per amante e mi auguro che anche lei lo voglia. Tu, invece, ti voglio come amante e come madre dei miei figli.” Dio. Il mio fratellastro vuole che gli partorisca dei bambini. Vuole che diventi la sua scrofa. Non vuole solo avere il mio corpo. Vuole ingravidarmi. Questa è una vera dichiarazione d’amore. “Amore mio. Questo è un discorso che dobbiamo approfondire. La posizione in cui ci troviamo non ci permette di continuare. Portiamo a compimento quello che è cominciato e poi andiamo in camera da letto e continueremo il discorso. Dai scarica nel mio ano il tuo piacere. Chiavami il culo.” “Sentirai dolore.” “Tu pensa a chiavare che al dolore ci penso io.” La cavalcata di Pierre nel mio culo ha inizio. Il suo cazzo entra ed esce dal mio retto sempre più velocemente. I miei muscoli anali si stringono intorno all’alieno che con più virulenza sta possedendo il mio culo. Le sue mani strizzano le mie mammelle. Con il dito indice ed il pollice di entrambe le mani ha artigliato i miei induriti capezzoli e li tortura. Dolore e piacere si fondono. Diventano uno. Poi l’esplosione liberatoria giunge. Sento il caldo sperma di mio fratello innaffiarmi l’intestino. Pierre mena gli ultimi fendenti con forza. “Amore mio. Sei stato magnifico. Ti sei preso la verginità del mio culo. Nonostante il dolore mi è piaciuto molto. Ora, ti prego, vai in bagno e pulisciti. Dopo mi raggiungerai in camera mia.” Pierre si solleva dalla mia schiena, sfila il cazzo dal mio culo e si allontana in direzione del bagno. Da parte mia abbandono la posizione che ho assunto per provocare mio fratello e con il buco del culo dolorante mi avvio verso il secondo bagno. Devo mettere il bacino in acqua gelata. Devo raffreddare l’indolenzito buchetto. Dopo aver provveduto con acqua e creme ad alleviare il bruciore che attanaglia il buco del mio culetto faccio una doccia e dopo essermi asciugata raggiungo la mia camera. Mi siedo sul letto e poggio le spalle contro la spalliera. Tiro su le gambe e le dilato quanto più è possibile. La mia polposa vagina è oscenamente esposta. Sono pronta per il secondo round. Dopo un tempo che sembra non passare mai, Pierre, avvolto in un accappatoio, fa il suo ingresso nella mia camera. I suoi occhi, nel vedermi seduta sul letto, nuda e con le cosce dilatate, si riempiono di desiderio. Senza distogliere lo sguardo dal centro delle mie cosce si avvicina. Sale sul letto e si mette carponi fra le mie gambe. I suoi occhi sono puntati sulla mia vagina. “Gina. Sei bellissima. Hai una fighetta che è una meraviglia. Lascia che la baci.” “Mio bel fratellone. Sono anni che la mia micina aspetta questo momento. L’ho serbato per te. Tu sarai il primo uomo che godrà dei favori della mia passera.” “Mi stai dicendo che nel tuo letto mai uomo ha trovato ospitalità?” “Sì, mio amato. Sono vergine. Sarai tu a deflorare il mio fiore. Come puoi vedere il nido della mia passera è pronto per ricevere il tuo uccello.” In un baleno Pierre proietta la sua testa fra le mie cosce e poggia la sua bocca sulla mia vagina. Le sue labbra si aggrappano alle grandi labbra della mia pussy e le riempiono di baci. La sua lingua, guizzante come quella di un serpente, spazia, leccando. l’intera superficie della mia fighetta provocandomi i primi brividi di piacere. Si insinua nello spacco delle grandi labbra e incontra le piccole labbra che sono già gonfie di pulsante sangue. Le avviluppa con la lingua e le titilla. Un miagolio sale nella mia gola. Le labbra di Pierre avvolgono le piccole labbra e le succhiano. Le stelle incominciano ad esplodere nel mio cervello. Metto le mani nei sui capelli e spingo la testa verso il mio pube. La sua lingua incontra il mio clitoride. Frenetica lo fa vibrare. Lo avviluppa. Lo lecca. Lo circonda con le labbra e comincia a succhiarlo. Le stelle diventano soli che mi vengono incontro a velocità della luce ed esplodono. Mi fa un pompino. Dio, com’è bravo. Il suo modo di succhiarmi il clitoride è sconvolgente. Un urlo mi esce dalla bocca e riempie la stanza. Un serie di orgasmi si susseguono uno dietro l’altro. Vengo. I miei umori colano nella bocca di mio fratello che li ingoia. Con la lingua lappa le eventuali gocce che non hanno raggiunto la sua bocca. È stato fantastico. “Amore. Sei stato superbo.” “Ho avuto una stupenda maestra: mia madre.” “Senti, piccolo, quando stiamo insieme non nominare più nostra madre.” “Sei gelosa?” “Sì. So benissimo che Liana è una donna meravigliosa e bellissima. Non voglio che tu faccia paragoni fra me e lei. Io sono io e lei e lei.” Il mio aitante fratellastro sorride e baciandomi flette il suo corpo sul mio. Il suo pene è contro il mio ventre. Sento la sua durezza premere sul mio pube. Mi agito. Lui capisce. Solleva il bacino quel tanto che basta per infilare una mano fra le sue cosce. Con essa circonda il pene e lo indirizza fra lo spacco delle grandi labbra. Fa scorrere il grosso glande del suo indurito cazzo lungo tutta la fessura che divide in due la mia ardente vagina. Il grande momento è giunto. I suoi occhi sono puntati nei miei. Il glande trova la strada. Mio fratello incomincia a spingere. Il glande, lentamente, si fa strada fra le grandi labbra. Trova l’orifizio vaginale e lo valica. Sto per perdere la mia verginità. il grosso glande seguito dal suo turgido corpo avanza nel mio ventre. Incontra l’imene. Con una spinta più forte lo lacera. Un gridolino di dolore mi monta nella gola. Il cazzo di mio fratello scivola dentro il mio corpo senza incontrare altri ostacoli. È fatta. Da questo momento sono una donna e mio fratello è il mio uomo. I nostri occhi esprimono la nostra gioia. “Pierre, ti amo.” Dopo un attimo di esitazione mio fratello incomincia a chiavarmi. Lo fa con lentezza. Con movimenti lenti ritrae il suo cazzo dalla mia vagina e prima che il glande fuoriesca lo fa di nuovo entrare. Ho il sangue che circola veloce nelle mie vene. Brividi di piacere mi attraversano la spina dorsale. Sentire il cazzo del mio fratellastro che entra ed esce dal mio corpo è qualcosa di esilarante. Dalla mia bocca escono suoni incomprensibili che però denunciano piacere. I miei muscoli vaginali si stringono intorno al corpo del grosso cazzo che mi sta frugando la vagina. Pierre senza distogliere gli occhi dai miei continua a pompare il suo fallo dentro il mio ventre. L’andatura del dentro fuori aumenta. Il respiro di mio fratello si fa greve. I miei nitriti aumentano d’intensità. Lo circondo con le braccia e lo stringo contro il mio petto. Lui continua a stantuffare il suo pistone nel mio cilindro. L’andatura diventa più frenetica. Il suo glande si scontra più volte con il mio utero. Sento i suoi grugniti farsi più sonori. Sta per godere. Non sono ancora pronta. Introduco una mano fra i nostri corpi e raggiungo i suoi gonfi e duri testicoli. Li artiglio e li strizzo. Urla dal dolore. Ho interrotto la sua azione. “Amore, scusami. Ma voglio godere insieme a te e non è ancora il momento.” Le dita della mia mano si sono spostate sul clitoride. Lo stringono e lo titillo. Sollevo le gambe e con esse circondo la schiena di Pierre imprigionandolo in un dolce abbraccio. Mio fratello riprende la sua galoppata. Ecco che anche per me il piacere si intensifica. Le mie mammelle sono attraversate da punture di spilli. I miei capezzoli diventano duri come il granito. Sento montare l’orgasmo. “Sìììì! Amore. Mio dolce fratello. Ti amo. Ti amo. Sono la tua donna. Spegni il fuoco che divora il mio corpo.” Poi un grido prorompe dalla mia gola. L’orgasmo mi sovrasta. Il mio corpo è scosso da violenti scosse. Vengo. Pierre continua a chiavarmi. Anche per lui è arrivato il momento. Il suo respiro è più pesante. Di colpo il suo pube si blocca contro il mio. “Gina. Sto per venire.” “Fratellino non trattenerti. Scarica pure il tuo seme nel mio ventre. Innaffiami.” Pierre non si ritrae. Sento i potenti e caldi spruzzi di sperma infrangersi contro il mio utero. Il suo liquido seminale si unisce al mio. Si fondono. Esausto Pierre si lascia andare con le spalle sul letto. Si addormenta. Fino al mattino il mio fratellastro depone il suo sperma nel mio ventre altre tre volte. La luce del sole riempie la stanza. Il mio amante sta dormendo. Faccio scorrere gli occhi sul suo giovane corpo. Gli occhi si posano sul suo poderoso fallo. Dio, come è grosso. Non ho mai visto un cazzo così grosso ed appartiene al mio fratellastro. E pensare che quel mostro è entrato prima nel mio culo e poi nella mia vagina. Un brivido percorre la mia schiena. Colpito dai raggi del sole il grosso glande luccica. Mi sento attratta da si tanta bellezza. Chino la testa verso quella magnificenza e la bacio. Il fallo ha un guizzo. Continuo a baciarlo. Lo sento fremere. Si sta indurendo. Cresce. Si allunga. Tiro fuori la lingua e comincio a leccarlo. Il mio giovane puledro nitrisce. Con una mano raccolgo nel palmo i suoi gonfi testicoli. La mia lingua scorre, lenta, sulla superficie di quel splendido muscolo. Lo lecco. Lo avviluppo. Ritorno con le labbra sul glande. Apro la bocca e lo faccio entrare. Incomincio a succhiarlo. Mio fratello si sveglia. Si solleva sui gomiti e mi guarda. Per un attimo smetto di succhiargli il cazzo. Lo guardo negli occhi. Gli sorrido. “Ciao. Dormito bene?” Non attendo la risposta. Riprendo quello che stavo facendo. Lecco e succhio il favoloso cazzo di mio fratello. Gli faccio un pompino che mi prometto di farlo durare per diversi minuti. Ogni tanto gli do una strizzatina ai testicoli per non farlo godere. Poi mio fratello con una spinta fa ruotare il suo corpo. Mi ritrovo distesa sulla schiena con il cazzo di Pierre affondato nella mia bocca. Incomincia a pompare. Mi sta chiavando nella bocca. Il grosso glande mi riempie la cavità orale. Qualche affondo raggiunge anche la mia ugola. Anche se mi sento soffocare non mi sottraggo alla furia dei suoi colpi. Poi, di colpo, senza nessun segnale, la mia gola viene invasa da violenti spruzzi di sperma. Il mio fratellastro sta eiaculando. Bevo quel liquido denso e biancastro con avidità. Lo ingoio facendolo scendere lungo la trachea fino allo stomaco. È buono. Mi piace. Con le labbra mungo il cazzo di mio fratello affinché non una goccia del suo sperma vada perduta. Mi libero del peso del suo corpo e mi distendo al suo fianco. In quella, la porta della camera si apre e, avvolta in una vestaglia trasparente, fa il suo ingresso nostra madre. La storia ha un seguito che è facilmente immaginabile. Nostra madre diventa parte essenziale dei nostri giochi. Io divento madre per ben tre volte. Il padre dei bambini? Chi volete che sia?



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  2. papetta
     
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    “Sì, mio amato. Sono vergine. Sarai tu a deflorare il mio fiore. Come puoi vedere il nido della mia passera è pronto per ricevere il tuo uccello.”

    se avessi detto la stessa frase a mio fratello.... si sarebbe scompisciato dal ridere !!!! :superlol:
     
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  3. ALE 2
     
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    E' vero Pappy. Ma serve per eccitarci
     
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2 replies since 15/4/2010, 13:37   5344 views
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