La mia prima volta

« Older   Newer »
 
  Share  
.
  1. Mr.ShikaHack
     
    .

    User deleted


    La mia prima volta è stata molto particolare, è stata con il nonno di una mia amica. Eravamo vicini di casa. I giardini delle nostre villette confinavano, c’era un cancelletto nella recinzione che permetteva il passaggio fra le due proprietà. Il nonno della mia amica era un bell’uomo, ex gloria sportiva della città, alto e sempre abbronzato, anche se un po’ in là con l’età appariva come un affascinante dio dell’antica Grecia. Credo che non ci fosse donna delle vicinanze che fosse rimasta insensibile al suo fascino. Avevo 15 anni, un corpo già splendido, per la cronaca ho vinto negli anni successivi anche alcuni concorsi di bellezza, anche se nella testa ero ancora una bambina.
    Fu in quel periodo che scoprii che anche mia madre non era insensibile al fascino di nonno Mario; mia madre era ed è ancora una bellissima donna, all’epoca non aveva ancora quarant’anni, cresceva me e mio fratello più piccolo, praticamente senza la presenza di mio padre, ingegnere e tecnico petrolifero che lavorava all’estero. Per questo non biasimo il comportamento di mia madre, penso che sia molto difficile rimanere fedeli all’uomo che ami se riesci a vederlo una o due volte all’anno quando va bene, soprattutto quando sei giovane e bella come lei. Era una sera di autunno, e volevo recarmi a casa di Elena, la mia amica, per prendere un libro, per questo attraversai il cancello fra i nostri due giardini, era già scuro, non proprio notte, quando passando vicino al capanno degli attrezzi di nonno Mario vidi una fioca luce provenire dalla finestrella, mi sembrò di sentire delle voci, una pareva quella di mia madre, non sentivo delle parole distinte, erano gemiti quelli che udivo. Mi avvicinai furtiva e provai a vedere dentro dalla finestrella, quello che vidi fu per certi aspetti sconvolgente, c’era mia madre con i pantaloni della tuta abbassati, che stringeva in mano un grosso affare una specie di fungo, con un grosso e lungo gambo che terminava con una specie di cappella rossa apparentemente liscia. Era il primo pene che vedevo, era quello di cui con le nostre amiche favoleggiavamo, lo vedevo, era pauroso ed affascinante allo stesso tempo. Seguivo con lo sguardo il movimento della mano di mia madre, poi mia madre si piegò in avanti, vidi l’affascinante mostro puntarla da dietro e scivolare dentro la sua vagina senza apparente difficoltà. non riuscivo a capire, nella mia ingenuità giovanile, come potesse entrare lì senza che lei urlasse di dolore, una fessura così stretta non poteva accogliere un oggetto così enorme. Vedevo Mario muovere il corpo avanti ed indietro, mia madre spingere indietro il suo bacino tutte le volte che il pene sembrava uscisse dalla sua vagina, Adv
    come se lo volesse sempre più profondamente dentro, la sentivo gemere, delle urla soffocate, ma capivo che non era dolore, doveva essere piacere, perché non urlava, anzi mi sembrò di capire ad un certo punto che mia madre lo incitasse a spingere più forte. Ero turbata, un turbamento strano, sentivo un calore forte al basso ventre, avevo come la sensazione di fare pipì, c’era accanto alla finestra un attrezzo agricolo il cui manico sfiorava i miei pantaloni all’altezza del mio pube, cominciai a spingere, a far pressione, bastò quello a darmi ancora nuove e piacevoli sensazioni, anche se non capivo, mi sentivo leggera, il piacere avvolgermi in tutto il corpo, c’era anche un qualcosa di spiacevole ed era il sentirsi tutta bagnata nelle mutandine. Continuavo a vedere Mario e mia madre fino a che non vidi il corpo di mia madre scuotersi ed un urlo soffocato uscirle dalla bocca, Mario aveva accelerato il ritmo del suo movimento, poi sembrò dare un colpo più forte, più lento e profondo lo vidi scuotersi e fare delle grosse smorfie in volto, dopo poco vidi uscire dal corpo di mia madre il mostro un po’ molle e gocciolante di un liquido biancastro. Vidi mia madre alzarsi ed ebbi paura di essere scoperta, corsi in casa mi rifugiai in bagno, le mie mutandine erano tutte bagnate, mi sembrava che avessi bisogno di fare urgentemente pipì, mi sfiorai la vagina e fu allora che scopri il piacere di toccarmi, con la mente che ritornava a quello che avevo visto. Mia madre rientrò dopo un po’ di tempo, probabilmente avevano continuato a giocare, mio fratello era in camera sua a studiare, guardai il volto di mia madre era sereno, mostrava felicità, i lineamenti distesi, era bellissima. Era così tutte le volte che c’era papà, capì allora da cosa dipendesse la felicità e la serenità di mia madre. Nei giorni successivi mi avvicinavo spesso al capanno di nonno Mario ma non vidi più niente; dall’altra parte mia madre e Mario avevano a disposizione tutta la giornata e la nostra casa per i loro incontri visto che la scuola occupava a tempo pieno me, mio fratello ed Elena, gli unici che potessero intralciare i loro giochi. Il mio interesse per il suo capanno non sfuggì a nonno Mario, tanto che una sera mentre cercavo di osservare dalla finestrella mi sentii afferrare da dietro da due forti mani e chiedere cosa facessi lì. Era Mario che mi spinse all’interno, mi fece sedere in una sedia e cominciò ad interrogarmi sul perché mi trovassi lì e spiassi all’interno. Sicuramente lui aveva capito il perché, ma non impiegai molto a confessare che avevo visto lui e mia madre li dentro fare quelle cose. Di fronte a nonno Mario non ero preoccupata, anzi sentivo quella sensazione, quella specie di calore nel basso ventre, ripeto avevo 15 anni, la testa di una bambina, ma il corpo di una ragazza, di una ragazza molto bella. Mario mi stava brontolando, una forte reprimenda, dicendo che non si spiano le persone, io non l’ascoltavo, pensavo a quello strano fungo che aveva nelle gambe, che era entrato dentro mia madre, nella mia testa c’erano dei pensieri strani, quei pensieri che mi spingevano a tornare a spiare il capanno. Mario sembrava mi leggesse dentro, gli era capitata un occasione unica, la possibilità di avere una ragazza fresca, giovane e bella, capiva che poteva essere il primo ad assaporare quel dono. Mario mi chiese se mi era piaciuto osservare, cosa avevo provato, io ingenuamente un po’ piagnucolando gli raccontai tutte le mie sensazioni provate, gli raccontai dei miei toccamenti. Fu ad un certo punto che vidi un gonfiore sotto i pantaloni della tuta di Mario, capii che era il frutto della sua eccitazione. Nonno Mario si avvicinò a me, mi prese la mano destra e l’avvicinò a quel gonfiore, faceva strusciare il mio palmo sopra il tessuto della tuta, sentivo il mostro sotto quelle carezze. Mario si abbassò i pantaloni e gli slip, mi ritrovai il mostro in mano non sapevo cosa fare, fu Mario che dolcemente mi aprì la mano, mi fece abbracciare con il palmo e con le dita il suo pene: era grosso e duro, sembrava un tubo di acciaio apparentemente ruvido ma stranamente liscio, non freddo come il ferro ma caldissimo. Mi venne alla mente un grosso cetriolo tutto ruvide nervature ma liscio al contatto, eppoi c’era quella affascinante specie di cappella rossa. Mi sentivo struggere, ero in balia di Mario, mi ritenni un po’ quando mi sbottonò e sfilò i pantaloni e le mutandine, mi vergognavo avevo paura che scoprendo che ero tutta bagnata mi riprendesse, che fosse una cosa infantile, non da donna come volevo essere in quel momento. Mario vinse senza difficoltà le mie difese, anche perché in quel momento, io ero in una condizione paradisiaca, mi fece sdraiare nel vecchio divano che arredava il capanno, mi apri le gambe si piegò con il volto al centro del mio piacere e con la sua bocca e la sua lingua cominciò a succhiare ed a leccare la mia vagina, era incredibile ciò che provavo specialmente quando la sua lingua indugiava nel bottoncino della parte superiore della vagina. Ero in estasi, il mio corpo era pervaso da un piacere immenso, ogni minuto anzi ad ogni secondo il piacere sembrava aumentare, il mio corpo pareva sconvolto da un febbre altissima. Ad un certo punto Mario smise d’interessarsi con la bocca della mia vagina, io avevo gli occhi chiusi, quando senti che divaricò leggermente le mie gambe, insinuandosi con il suo corpo all’interno di esse, senti il suo mostro premere leggermente sulla mia vagina, farsi strada, lo senti spingere attraverso le labbra, lo senti entrare e contemporaneamente un dolore secco acuto come una pugnalata, (come immagino sia una pugnalata) mi fece trasalire ed impaurire, sembrava che l’eccitazione fosse di colpo svanita. Furono le parole di Mario a calmarmi, che intanto era fermo con il suo pene dentro di me, lo sentivo grande e caldo, poi piano, piano cominciò a spingere avanti ed indietro, mi calmai, forse sarebbe meglio dire che mi scatenai, perché quel movimento mi dava piacere, mi arrivavano continue scosse che attraversavano la mia schiena fino al cervello, per poi ritornare giù, lì dove tutto nasceva. Non so quanto fosse durato il tutto, io godevo e godevo, il piacere sembrava non finire mai l’apice si spostava sempre più in alto, Mario ad un certo punto si sfilò velocemente da me, sentii improvvisamente un fiotto caldo colpirmi il pube e la pancia.
    Mi ci vollero alcuni minuti per capire e rientrare nella normalità, Mario mi aiutò a pulirmi, delle macchie di sangue, segnavano il divano, il mio interno cosce e la base del suo pene, segno tangibile del dono da me dato e da lui ricevuto. Mi fece giurare di non raccontare niente a nessuno e che nei giorni successivi ci saremmo sicuramente rivisti. Nei giorni successivi cercavo Mario di continuo, tanto che lui un giorno scherzando mi disse, calmati che c’è anche tua madre, io non ero gelosa di mia madre , ma avevo scoperto un mare di delizie e ne volevo approfittare di continuo. Con Mario siamo stati amanti per più di 8 anni, anche dopo che mi sono fidanzata con quello che oggi è mio marito, abbiamo continuato a frequentarci,anche se con il tempo i nostri incontri si erano diradati, proprio perché la sua età non permetteva più grosse performance, fortunatamente nel frattempo mio padre era rientrato definitivamente e dovendo recuperare il tempo perduto teneva occupata mia madre che dal volto si vedeva quanto fosse soddisfatta di questo e quindi Mario fu in quel periodo tutto per me. Mario è stato il mio maestro che mi ha insegnato a non negare niente nel sesso e nell’amore a lui ho fatto il mio primo pompino ed è stato lui il primo a cui ho donato il secondo canale. Mi chiamava la sua cagnetta, mi diceva che chissà quanti uomini avrei avuto nella vita, ma è stata l’unica cosa che ha sbagliato, perché oltre a lui ed a mio marito, solo un altro uomo mi ha avuta ed è stato la prima volta che sono stata al mare con mio figlio piccolo, senza vedere mio marito per tre settimane, capendo così meglio mia madre che vedeva mio padre così raramente. Credo che la mia prima volta, se la confronto con quella di molte altre donne ed anche di alcune mie amiche che l’hanno vissuta con coetanei o fidanzatini, il più delle volte con risultati dolorosi e deludenti, sia stata ricca e soddisfacente, capace ancora oggi se ci ripenso di darmi sensazioni e stimoli importanti.


    Annunci69
     
    .
  2. pillola di viagra
     
    .

    User deleted


    ciao io sono pillola di viagra la mia prima volta ho trombatoil mio ragazzo in palestra durante l'ora di ginnastica.lui sopra la panca io contro il muro che me la massaggiavo a tutta randa! l'ho iniziato a leccarlo....e poi mi ha inculata subito dopo essersi messo il preservativo e aver preso una pasticca di viagra!!!!!!!

    io l'ho trombato il primo a 11 anni fate un po' voi
     
    .
1 replies since 20/4/2010, 16:06   26765 views
  Share  
.
Top